Zuppi in moschea fine ramadan_c

(da http://bologna.repubblica.it/ , foto Eikon studio)

Alla festa per la fine del Ramadan, lei ha detto che il Dio nel quale lei crede è il Dio che anche un islamico adora. C’è una tradizione di pensiero in questo senso?

C’è! Possiamo risalire a Giovanni Boccaccio che traduce questa tradizione in una sua novella. Una famiglia molto potente e molto dotata di ogni virtù e sapere, esercita una forte influenza nel mondo mediorientale. Una tradizione famigliare identifica l’esistenza e la trasmissione di queste doti in un prezioso anello che le generazioni si trasmettono: un padre consegna tale anello a quel figlio egli che egli giudica più capace e meritevole di guidare  la famiglia. Per chi lo porta, l’anello è anche il segno di un impegno e di una dedizione radicali. Accade però che un padre, avvicinandosi il tempo del suo congedo, deve passare l’anello, ma non riesce assolutamente a decidere quale dei suoi tre figli debba essere scelto. Quando vede avvicinarsi l’ora del suo distacco dal mondo, si reca dal migliore orefice della città e  gli ordina di  riprodurre due copie perfette del meraviglioso oggetto. Tale è l’arte del gioielliere che quando il padre si reca a ritirare gli anelli, lui stesso non ha più la possibilità di individuare quello autentico. Gli anelli vengono dal padre consegnati ai tre figli separatamente, e a ciascuno viene chiesto di custodire segretamente la sua elezione e di viverla con tutto l’impegno, la sapienza e la virtù che il compito esige. Ognuno dei tre porterà al meglio l’incarico affidatogli. Ognuno pensando di essere l’unico. Il terzetto dei fratelli è il simbolo delle tre grandi fedi monoteistiche nate in quel pezzo di mondo: l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Ognuna di queste vie pensa di essere la via della salvezza, e ognuna è quindi chiamata ad esprimersi nel modo più alto, più impegnato e più fecondo. Non, dunque, una guerra tra le religioni, ma una grande competizione spirituale e  morale. Nella cultura europea dell’età moderna l’immagine diventa il simbolo di un cammino di progressiva pace e benevolenza tra le diverse vie della salvezza. E la loro diversità viene attribuita alla stessa sapienza divina che stabilisce ogni cammino di salvezza secondo le caratteristiche umane e spirituali dei diversi popoli. E’ una novella! Non priva però di suggerimenti graziosi che hanno riscontro anche nei Libri Sacri, e particolarmente nella figura di Abramo. Amici islamici che hanno studiato la teologia cristiana e che insegnano “Islamistica” in corsi teologici cattolici, hanno studiato e proposto un accostamento di testi tratti dalle tre tradizioni di fede. Con esiti affascinanti. Io sono convinto che quello che ci unisce è molto più di quello che ci distingue. E grande, quindi, è la responsabilità della pace tra noi. Buonissima Domenica ai cari lettori del Carlino.

Giovanni della Dozza.

Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 10 Luglio 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.