Domenica delle Palme 2010 – Caro Ignazio, questa lettera non doveva essere scritta a te, ma a Gesù, per accoglierlo oggi in città anche dalle pagine del Carlino. Ho il computer pieno zeppo di messaggi di candidati che scrivono "vota me", a pensavo di segnalare questo strano candidato un po’ trasgressivo che raduna la gente a campagna elettorale già chiusa, e non per farsi riconoscere ed eleggere, ma perchè tutti già lo riconoscono come eletto a dare la pelle per la gente, invece di spellarla come pare costume prevalente nel nostro paese.

Ma Gesù ha mandato te, "povero cristo", a precederlo e a rappresentarlo qui a Bologna. Ti avevo mandato io a Sammartini e Francesco ti aveva accolto con la sua solita bontà. Piano piano avevi ritrovato la tua vita perduta e l’avevi riempita di significati e di affetti. E stavi salutando tutti quei campagnoli, perchè la generosità sapiente di Daniele ti aveva trovato un vero posto di lavoro qui in città. Invece, del tutto all’improvviso, sono venuti a prenderti e ti hanno portato qui da me e da noi, alla Dozza. Ma in prigione.

E’ stata una "processione delle palme" troppo anticipata, e nessuno di noi ti aspettava. Avrei volentieri anticipato anch’io con la mia gente un’accoglienza di festa, per dirti che riconoscevamo in te la mitezza del Signore che il Padre "ha fatto peccato in nostro favore". Tu conosci bene questa domenica "strana", dove in un baleno si passa dall’accoglienza di un re giusto e salvato, umile, che cavalca un asino, alla violenza del suo arresto, all’iniquità del suo processo. E alla sua condanna. E alla sua croce in mezzo ai malfattori. Quei malfattori siamo noi, e nella Passione secondo Giovanni ascolteremo che quel re sta in mezzo ai malfattori crocifissi con Lui, loro vero Re. Nostro Re.

Re appunto dei "poveri cristi" come te. Intorno a queste faccende cupe i grandi diventano tutti amici tra loro, e tra loro cade ogni inimicizia perchè si sono accordati su chi sia il vero colpevole che deve essere ucciso. La "stranezza" di questi procedimenti giudiziari è polare alle assoluzioni e alle alleanze solidissime dei signori: Erode, Ponzio Pilato, i sommi sacerdoti…Tutti fuori dalla galera. A congratularsi tra loro perchè i veri colpevoli, quelli come te, sono messi a far Pasqua sottochiave.

Loro, invece, sono bravissimi al gioco di guardie e ladri, non perchè non sono ladri, ma perchè riescono sempre a far vedere che chi ruba un pollo è più colpevole di chi innocentemente ruba e ancor più innocentemente manda in prigione gli altri. Credo che anche quest’anno il Grande Inquisitore dei Fratelli Karamazov sia piuttosto seccato con questo Gesù che è venuto a fare tanta confusione nell’ordinato disordine che noi abbiamo messo insieme.
Ti abbraccio con molto affetto. Giovanni della Dozza.