casa del popolo san giovanniCarissimo don Giovanni, è stato per me molto bello incontrarla alla Casa del Popolo di Persiceto dove l’ho conosciuta, ma lei non si ricorderà, nel 1965! Io sono rimasto un vecchio comunista senza partito e lei è diventato monsignore conservando le sue idee così vicine alle mie.
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È l’inizio di una lettera meravigliosa che mi è stata recapitata a mano in questi giorni. Devo dire che quando martedì sera mi hanno accompagnato nello stesso luogo, anche a me è ritornata alla mente quella serata che l’amico-compagno ricorda e descrive con commovente precisione. Era l’estate del 65 e l‘Arcivescovo Cardinale Lercaro aveva fatto cercare e trovare un lavoro estivo per me e per due amici studenti di teologia come me. Si lavorava alla Calzoni, sulla via Emilia, nella zona dell’Ospedale Maggiore. Bisognava usare il saldatore, ma io, che sapevo suonare abbastanza bene il pianoforte, non sapevo però tenere con destrezza la maschera che impediva di rimanere abbagliati. Così alla sera avevo una bella gara con il bruciore degli occhi! Non avevamo detto ai nostri compagni di lavoro che eravamo studenti con il progetto di diventare preti, ma avevamo detto che eravamo cristiani, e studiavamo a Roma. E avevamo parlato del Concilio. Per questo alcuni di loro, abitanti a Persiceto, ci invitarono a parlare del Concilio alla locale Casa del Popolo. Una bella serata molto cordiale. I giri della vita mi riportarono a Persiceto due anni dopo, come Diacono in cammino per diventare prete. Così, di Persiceto conobbi la Casa di Dio due anni dopo aver conosciuto la Casa del Popolo! Erano i tempi nei quali era facile essere scambiati per comunisti se avevi simpatia per Dossetti, e per luterani se giravi con la Bibbia sotto il braccio. Ritornare l’altra sera a S. Giovanni è stato per me bellissimo! Come è bravo il Signore a condurre la vita dei suoi figli! E come è commovente ritrovare i passi della propria storia! E come si diventa esperti della misericordia del Signore che prende per mano un peccatore come me, e io, ormai proprio vecchio, vengo restituito a memorie che si rivelano ancora nella loro sorridente bontà! Ogni storia di ognuno di noi è in ogni modo “storia di salvezza”. Ne sono certo anche per gli amici persicetani di allora, che oggi, a meno che non siano straordinariamente longevi, sono tutti in Paradiso perché avevano diversi anni più di me. Buona Domenica a voi, carissimi lettori. E grazie a te, amico ritrovato.

Giovanni della Dozza.

Domenica 24 Aprile 2016.