Cose di questo mondo. Che qualche volta sono cose dell’altro mondo! Fatto sta che quando la guerra in Irak è stata fatta partire, chi come noi diceva di non essere contento, e che era impossibile che noi cristiani fossimo d’accordo, ci siamo presi rimproveri e richiami dappertutto. Eravamo i soliti pacifisti senza capacità di sguardo politico. Eravamo ancora una volta allineati con i nemici dell’occidente, allineati con chi a priori è contro tutto quello che oltreoceano viene pensato e fatto.

Invece ci sembrava semplicemente pazzesco mascherare con la crociata contro il crudele dittatore, di cui l’Europa è piuttosto esperta, il bisogno irrinunciabile di prenderci tutto il petrolio di cui abbiamo bisogno. L’Irak è evidentemente, per proprietà petrolifera, uno dei paesi più ricchi del mondo, oggi in miseria. Mi ricordo che alcuni cari amici di un movimento ecclesiale anni fa ci fecero conoscere cristiani irakeni che occupavano posti importanti nella politica e nell’amministrazione del paese: siccome erano cristiani cattolici, andava bene collaborare con loro come si poteva. La cosa mi sembrava un po’ esagerata, dato il dittatore, ma interessante per tenere aperti dialoghi di pace.Poi, sono diventati nemici. E giù bombe, sulla testa della gente, in questo nuovo tipo di guerra che non è più la guerra, ma scaricare morte sulla popolazione.

Mi ricordo che quando alla Gregoriana cercavano di dirci che ci può essere una guerra giusta, salve dieci condizioni, una di queste era che non si poteva in ogni modo fare una guerra dove i morti civili fossero più numerosi dei militari. Oggi, per tentare di scamparla, l’unica è essere un combattente. Ma se sei un civile, e soprattutto vecchio o donna o bambino, sei già fritto. Si sapeva bene che a dominare in Irak era una parte minoritaria del mondo islamico. E quindi un’ingiustizia. Ma qualche volta mi sembra che la democrazia debba difendersi da se stessa, come si è visto per gli algerini. In Irak si è spezzato un equilibrio antidemocratico, e oggi tutti si ammazzano allegramente. Oggi sembra di vedere che fare quella guerra è stato proprio un errore, oltre che un orrore.

Perchè chi sgridava quelli la pensavano come il Papa, oggi non chiede scusa.? Perchè così va il mondo. Così vanno le "cose di questo mondo". E’ il bel titolo che il valente giornalista e carissimo amico Massimo Gagliardi, ha inventato anni fa per la nostra rubrichina domenicale. E’ un posto dove ci si può confidare come tra amici. E oggi ringraziare che sia Pasqua, quando anche la più densa ombra di morte viene dissipata dalla carità di Dio che è venuto a morire tra noi per darci la Vita nuova. Approfittiamo della Pasqua, per dirci che noi la guerra proprio non la vogliamo mai. Anche perchè altrimenti non possiamo lamentarci troppo quando i perdenti si difendono, e magari si vendicano, come possono.

Molti anni fa un ragazzino bolognese pellegrino a Gerusalemme chiedeva come mai i ragazzini palestinesi tiravano i sassi a noi che passavamo.E lo chiedeva ad un vecchio monaco di Bologna che abitava in Terra Santa. E lui triste e deciso rispondeva:"Tirano i sassi, perchè non hanno altro". Che non è un buon sistema, ma certe volte a qualcuno sembra l’unico. Approfittiamo di Pasqua per dire che noi siamo al mondo per gettare ponti dalla morte alla Vita: nè bombe, nè sassi. Buona Pasqua, dunque. d.Giovanni.

Video from nuoviautori.org Just a simple day in Baghdad from the morning to the evening. The feelings of simple people under occupation: the tensions, the sadness, the fears, the hopes. From children to grandpa, from man to women, from soldiers to religious, from donkey to helicopters… accompanied by a surrounding music mixing western and Arabic styles and a symbolic of fire, for playing children, for bombs, for hard work, for smoking, for destroying and renewing the life.