40 Il Signore disse a Mosè: «Censisci tutti i primogeniti maschi tra gli Israeliti, da un mese in su, e conta i loro nomi. 41 Prenderai i leviti per me – io sono il Signore – invece di tutti i primogeniti degli Israeliti e il bestiame dei leviti invece dei primi parti del bestiame degli Israeliti». 42 Mosè censì, come il Signore gli aveva comandato, ogni primogenito tra gli Israeliti, secondo l’ordine che il Signore gli aveva dato. 43 Il totale dei primogeniti maschi che furono censiti, contando i nomi da un mese in su, fu di ventiduemiladuecentosettantatré.
44 Il Signore parlò a Mosè e disse: 45 «Prendi i leviti al posto di tutti i primogeniti degli Israeliti e il bestiame dei leviti al posto del loro bestiame; i leviti saranno miei. Io sono il Signore. 46 Come riscatto dei duecentosettantatré eccedenti rispetto ai leviti tra i primogeniti degli Israeliti, 47 prenderai cinque sicli a testa; li prenderai conformi al siclo del santuario: venti ghera per un siclo. 48 Darai il denaro ad Aronne e ai suoi figli come riscatto di quelli tra loro eccedenti». 49 Mosè prese il denaro del riscatto di quelli che oltrepassavano il numero dei primogeniti riscattati dai leviti. 50 Da questi primogeniti degli Israeliti prese in denaro milletrecentosessantacinque sicli, conformi al siclo del santuario. 51 Mosè diede il denaro del riscatto ad Aronne e ai suoi figli, secondo l’ordine del Signore, come aveva ordinato il Signore a Mosè.
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L’ultima parte di questo cap.3 riprende e porta a compimento le norme per il censimento dei Leviti che, come già ascoltavamo ai vers.11-13, vengono scelti tra i primogeniti dei Figli di Israele. Questa scelta sembra sia avvenuta solo in questo momento iniziale della tribù levitica. Poi, come abbiamo visto, Leviti saranno i figli di questi primi scelti. Tuttavia abbiamo avvertito la grande importanza della connessione tra questi servi del Santuario e la vicenda dei primogeniti che dalla vicenda dell’Egitto devono essere consacrati a Dio. In questo modo si sottolinea fortemente la fisionomia “famigliare” dei leviti nella loro relazione con Dio, perchè sono appunto dei consacrati come figli primogeniti, profezia del popolo messianico che, in Gesù Cristo, sarà popolo di tutti figli di Dio!
La preziosa “aggiunta” che il nostro testo propone oggi è questa “eccedenza” numerica dei figli primogeniti rispetto ai Leviti. Per questi figli primogeniti “in più” si pagherà un prezzo di riscatto. La tradizione ebraica si chiede con che criterio si capirà chi tra i primogeniti è nel numero previsto per i Leviti, e chi farà parte del numero eccedente. E propone l’ipotesi che Mosè abbia fatto tirare a sorte tra bigliettini sui quali era scitto “figli di Levi” e bigliettini sui quali era scritto “cinque sicli”.
Ma mi sembra che noi possiamo cogliere questa “eccedenza numerica” come la prospettiva profetica di una dilatazione che non avrà mai fine, in quanto la fede cristiana desidera comunicarsi “a tutte le nazioni”(Matteo 28,19), perchè Cristo ha dato la vita per fare figlia di Dio l’intera umanità. E queste nazioni attendono di poter conoscere e accogliere in pienezza questa condizione figliale che ora i membri della comunità ecclesiale già vivono nel dono battesimale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi soffermo su due piccoli particolari. Il censimento delle tribù considerava i giovani dai vent’anni in su; quello dei leviti, invece, riguardava tutti i membri della tribù da un mese in su. Quindi, quell’appartenenza particolare a Dio, che abbiamo visto in questo capitolo, coinvolgeva i leviti fin dalla loro nascita e valeva per tutta la vita (il primo mese era ritenuto un periodo fortemente a rischio: solo quando il neonato lo superava, si poteva considerarlo concretamente membro della comunità). – Nella pagina odierna, si ripete che il censimento viene fatto “contando i nomi”: risultarono ventiduemiladuecentosettantatre primogeniti. Quanti “nomi”, o persone, che Dio conosce e ama singolarmente, e tutti sono importanti per Lui…, com’è vero oggi anche per noi!!
Il brano di oggi ci prospetta la possibilità di una “sostituzione” nell’offerta come possibile nell’intenzione di Dio, infatti dà a Mosè la disposizione che i leviti siano dati a Lui al posto dei primogeniti degli israeliti. Forse questo può avere qualche legame con quanto oggi abbiamo ascoltato nelle Piccola Regola a proposito del voto e virtù della castità, che mette in relazione la speranza di una solitudine totale (e anche ardua) dello spirito, e la “fecondità sovrannaturale nei confronti di molte anime”. Una solitudine totale che, nell’offerta e nella comunione con Dio, diventa possibilità di vita, di essere fatti figli di Dio, anche per molti altri.,E se poi quella tassa di 5 sicli che serva per riscattare i primogeniti che superano il numero dei leviti può essere messa in relazione con quella tassa che Pietro chiede a Gesù se è tenuto a pagare, ricevendone da Lui la risposta che “i figli sono liberi”, allora si può pensare che anche questo voto di castità, fecondo di figliolanze, è un una offerta fatta in libertà, restituendo a Dio qualcosa che è dono suo, un po’ come quella moneta che Gesù indicò a Pietro di prendere dalla bocca del pesce. Quando il Signore liberò Israele dall’Egitto dopo aver colpito i primogeniti d’Egitto, dichiarò che i primogeniti di Israele sarebbero stati suoi. Oggi li fa contare e prende al loro posto i leviti. Il prezzo di quelli che sono in sovrappiù è “prezzo del riscatto”. Nel NT questa parola è sempre riferita a Gesù e al dono della sua vita che “redime, riscatta a prezzo”. “Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’ argento e l’ oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come di Agnello senza difetto e senza macchia.” (1Pet 1:18-,19). ,Ora per gli israeliti primogeniti, da un lato si deve pagare per quelli in più (i 5 sicli come “prezzo del riscatto”), e per i molti altri ci sono i leviti che li riscattano, con il loro “essere dati” al Signore. Essi sono tutti del Signore, e stanno davanti a Lui per la lode e la liturgia del santuario: la vita donata al Signore è un “riscatto” per i fratelli. Si è del Signore, e in nome e per conto di tutti quanti. Altri testi dicono come il “riscatto” per la vita di tutti gli uomini, di tutta l’umanità, sia stato pagato a caro prezzo dal Signore Gesù: “Infatti siete stati comprati a caro prezzo (1Cor 6:20; 7:23). “il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”.(Mt 20:28); “il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone.” (Tit 2:14).