32 Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato. 33 Quelli che l’avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità. 34 Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora stabilito che cosa gli si dovesse fare. 35 Il Signore disse a Mosè: «Quell’uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell’accampamento». 36 Tutta la comunità lo condusse fuori dell’accampamento e lo lapidò; quello morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè.
37 Il Signore parlò a Mosè e disse: 38 «Parla agli Israeliti dicendo loro che si facciano, di generazione in generazione, una frangia ai lembi delle loro vesti e che mettano sulla frangia del lembo un cordone di porpora viola. 39 Avrete tali frange e, quando le guarderete, vi ricorderete di tutti i comandi del Signore e li eseguirete; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi prostituireste. 40 Così vi ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in pratica e sarete santi per il vostro Dio. 41 Io sono il Signore, vostro Dio, che vi ho fatto uscire dalla terra d’Egitto per essere il vostro Dio. Io sono il Signore, vostro Dio».
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Il commento ebraico accompagna la severità dei vers.32-36 con due osservazioni. La prima è l’affermazione che l’episodio segue l’insegnamento sull’idolatria perchè la violazione del sabato è in realtà idolatrìa. La seconda esalta l’importanza e la centralità del riposo sabbatico, in quanto l’osservanza del sabato è osservanza di tutti i comandamenti.
I vers.37-41 collegano le frange da farsi ai lembi delle vesti al “ricordo” di tutti i comandi del Signore al fine di eseguirli. Questo eviterà le distrazioni e le devianze del cuore e degli occhi e quindi ancora, forse, l’idolatrìa, che qui viene chiamata prostituzione perchè è tradimento del vincolo nuziale con il Signore. E’ occasione per ribadire che l’opera divina della salvezza e la liberazione dal giogo dell’Egitto hanno come scopo questa comunione nuziale che si attua nella fedeltà di Israele alle Parole del suo Signore.
Aggiungo che per me è inevitabile guardare pensosamente a quest’uomo nel deserto che raccoglie legni e che deve morire. Un senza nome che mi suggerisce uno sguardo prudente e affettuoso verso il nostro Signore Gesù, accusato di violare il sabato, e la sua rivendicazione circa il fatto che l’inoperosità del sabato da parte dell’uomo è per lasciar posto e per celebrare pienamente l’opera salvifica di Dio, la sua “fatica” nella Persona e nella Pasqua di Gesù.
Peraltro non possiamo ignorare la problematicità che agli occhi di Gesù hanno anche le frange degli abiti, quando si attenua la loro funzione di “ricordo della Parola” e si riducono ad elemento di ostentazione mondana, e addirittura di copertura di infedeltà sostanziali.
Dio ti benedica E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un noto biblista, commentando questa condanna a morte per l’uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato, diceva scherzosamente: Vi ricordate quando, fino a pochi decenni fa, vi minacciavano l’inferno per tutta l’eternità se mangiavate di venerdì una fettina di mortadella? … Comunque sia, penso che il vero volto di Dio ci è stato fatto conoscere solo dal Signore Gesù: un Padre che è esclusivamente amore e che è (inspiegabilmente) innamorato di noi, per la nostra felicità. – Quanto ai fiocchi e al cordone viola che devono aiutare a ricordare la parola di Dio e a metterla in pratica, credo che possa essere attuale anche per noi l’uso di piccoli “pro-memoria” (qualunque essi siano), che ci aiutino a non “andare vagando” dietro i pensieri del nostro cuore e dietro i desideri dei nostri occhi, ma a fissare lo sguardo sullo Sposo e Signore nostro, Gesù.