Caro don Giovanni, la sua risposta di due settimane fa a quella signora che ha conosciuto il figlio segreto di suo marito dopo la morte di quest’ultimo, mi ha molto impressionato. Il motivo è che io sono quasi il rovescio di quella vicenda. Morta la mia mamma il natale scorso, mio padre mi ha detto di non essere mio padre e di aver accettato questa maternità della mia mamma, pur sapendo che io non ero stato generato da lui. Le cose per me sono purtroppo diverse da quello che è capitato a quell’altro giovane. Il mio non-padre mi ha chiaramente detto che a questo punto era bene che ognuno prendesse la sua strada. Ognuno ha il suo lavoro, e anch’io ho una piccola casa che i miei genitori mi avevano regalato, e che era libera quando tre mesi fa me ne sono andato per conto mio. La prova è stata grande perchè quest’uomo per me è il padre che ho sempre conosciuto e che amo. Sono stato educato cristianamente. Non voglio giudicare nessuno. Ma mi ritrovo solo. Per fortuna sono fidanzato e la ragazza mi ha detto di poter affrettare i tempi perchè mi vede triste. La vita è molto strana. Ho pensato di scriverle perchè spero che serva a evitare questi inutili dolori. Grazie. messaggio firmato.

Caro amico, anche la sua vicenda mi riempie di commozione. E anche di tristezza. Dica alla sua fidanzata che sono commosso per il suo atteggiamento. Mi capita spesso di fare una parte che non mi sarei aspettato di dover assumere: il consiglio del silenzio. C’è una certa "retorica" della sincerità che non tiene conto della verità più profonda. Non è detto che sempre tutto si possa e si debba comunicare. Soprattutto nelle relazioni più preziose, tra genitori e figli, tra fratelli…e anche tra sposi. E questo perchè l’unico grande progetto comune è l’edificazione dell’amore. Per questo non sempre si può e si deve dire tutto. Se è parola che non edifica, se è parola che ferisce, se è parola che forse domani si potrà ricevere in pace ma che oggi sembrerà ostile…Per questo mi permetto di darle un piccolo consiglio. Con suo padre, lei non chiuda. Con grande delicatezza, ma si faccia vivo. E in queste occasioni io consiglio il genere epistolare, proprio quello con carta e penna. Meglio del telefono. E meglio anche della mail. Scrivere è più delicato. Scivere per una festa. O per una ricorrenza. Scrivere, anche se dall’altra parte non venisse risposta. Scrivere anche per dare notizie di sè: in modo semplice e mite. Non le voglio insegnare una tattica. Mi pare di cogliere che la delicatezaza e la profondità dei suoi sentimenti richiedono una strada per non spezzare. Lei mi dice che la vita è molto strana. Quasi sempre è anche molto severa. Potrebbe essere questo papà a desiderare domani un affetto che oggi sembra voler allontanare. E poi, anche di lui: come possiamo conoscere le pieghe più profonde del suo animo? Dunque, coraggio. Se mi comunicherà il giorno del suo matrimonio, sarò contento di ricordarla nella Messa. Le assicuro la mia povera preghiera e il mio affetto. Saluti cari alla sua fidanzata. don Giovanni.