29 E subito, usciti dalla sinagoga, andarono nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Notate il rilievo che viene dato ai “luoghi” dove Gesù incontra e chiama le persone che entrano nella comunità messianica che si forma intorno a Lui: la riva del mare per i primi quattro, la sinagoga dove incontra l’uomo indemoniato. Ora, uscito dalla sinagoga, la casa di Simone che sembra presto diventare in certo modo la “sua ” casa, alla cui porta si convoca tutta la città, nel testo che oggi genera e custodisce la nostra preghiera e la nostra vita. Anche sui “tempi” potete osservare come vengano spesso citati. Nel brano di oggi siamo alla fine di quel sabato iniziato nella sinagoga di Cafarnao: “Venuta la sera, dopo il tramonto del sole…”(ver.32).
Cogliamo come sia già viva la partecipazione dei discepoli all’opera di Gesù. Vanno insieme dalla sinagoga alla casa di Simone e di Andrea, e sono loro stessi a parlargli con sollecitudine della suocera di Simone e della sua malattia. E addirittura generale appare il coinvolgimento di tutti, quando gli portano, al ver.32, “tutti i malati e gli indemoniati”. Proviamo a fare qualche considerazione su quello che abbiamo notato. C’è l’impressione generale che il luogo dell’incontro con Dio non sia quello specifico del tempio, ma ogni luogo. C’è anche la sinagoga, dove il personaggio di cui abbiamo già detto è l’indemoniato. E poi le case della gente.
L’episodio della suocera di Simone porta il mondo femminile accanto a Gesù. La versione di Marco, rispetto ai testi paralleli di Matteo 8 e di Luca 4, dice che il primo gesto di Gesù che si è avvicinato a lei, è quello di farla alzare, descritto con un verbo usato anche per dire la risurrezione. La donna, liberata dalla febbre, che se ne va da lei come se ne vanno i demoni dagli indemoniati, serve Gesù e i discepoli: il verbo che esprime questo servizio è quello della “diaconìa”, che evoca per noi una ministerialità che proprio per una donna è speso dal testo di Marco. A buon intenditor…
Sembrano molti i malati e gli indemoniati che secondo il ver.32 vengono portati al Signore nella casa dove egli si trova, la casa di Simone e di Andrea, secondo il ver.29. Una casa che, come dicevamo, sembra diventare la sua stessa casa.. Il ver.33 ci offre una precisazione di grande interesse: siccome al versetto precedente è detto che gli portano “tutti” i malati e gli indemoniati, qui si dice che “tutta la città era riunita davanti alla porta”. Non c’è nessuno infatti che non debba essere salvato, liberato, guarito , rigenerato. Questa “porta” mi ricorda quella di Giovanni 10 alla quale le pecore devono entrare, uscire e trovare pascolo.
Insieme a questa grande opera di salvezza del Signore, ritroviamo qui la proibizione da parte sua ai demoni “di parlare, perchè lo conoscevano”(ver.34). Tutte le note delle bibbie parlano di questo “segreto messianico” come della necessaria progressione di una notizia esposta a fraintendimenti ove si pensa ad un messianismo mondano e collegato alla concezione mondana del potere. Mi chiedo insieme a voi se questo “segreto” non sia sempre in qualche modo necessario! Innanzi tutto perchè l’annuncio evangelico che vi è connesso non può essere accostato al lancio di un prodotto commerciale, per quanto prezioso. E ancora, mi chiedo se non abbia sempre un carattere di gelosa segretezza quello che Dio compie nel cuore e nella vita di ogni uomo. Tutte cose che ai demoni non piacciono perchè non corrispondono a quella logica dell’affermazione e del successo che prima di essere la sapienza del mondo è la loro propria sapienza. E quindi: l’opera del Signore non è bene che sia essa stessa ad affiorare nel cuore e nelle coscienze secondo i modi e i tempi di Dio più che secondo i criteri di una “pastorale dei lontani”?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
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