28 Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. 29 Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; 30 amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31 E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi”. 32 Allora lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; 33 amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. 34 Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio”. E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
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Questa memoria di Marco circa l’incontro di Gesù con uno scriba è del tutto eccezionale, anche se abbiamo testi paralleli sia in Matteo 22, sia in Luca 10, per la totale positività del dialogo tra Lui e quest’uomo, cui alla fine Gesù dirà:”Non sei lontano dal regno di Dio”, che è da interpretare, mi sembra, come “non sei più lontano…sei vicino”. E’ forte il collegamento con il testo precedente, secondo il ver.28, perchè lo scriba interroga Gesù essendo soddisfatto della risposta da Lui data ai sadducei e alla loro paraboletta matrimoniale. Questo ci consente e ci chiede di continuare a tenere anche il nostro brano strettamente collegato a tutto il tema espresso con l’immagine della vigna all’inizio del capitolo.
Custodiamo quindi il tema della nuzialità anche per le parole che oggi riceviamo dalla bontà del Signore. L’amore è la nuova vita del credente. Ne è il cuore. L’amore è la più alta celebrazione del mistero di Dio stesso. Per questo è meraviglioso che, alla domanda rivoltagli dallo scriba, secondo una consuetudine che portava ogni “rabbi” ad individuare, secondo la sua esperienza personale, il centro del rapporto con Dio, Gesù risponda con la citazione precisa di quel Deuteronomio 6,4 che è il cuore della fede e della preghiera ebraica:”Ascolta Israele…”.
La novità sconvolgente dell’insegnamento di Gesù è l’assoluto parallelismo tra il primo e il secondo comandamento. Perchè l’amore del prossimo assurge a tale primato? Perchè in Gesù Dio si è fatto prossimo a noi assumendo la nostra carne. Il prossimo non è più solo il fratello ebreo, ma ogni “carne”, cioè ogni uomo e donna della terra. Tutti i comandamenti della Legge non vengono affatto eliminati, ma sono tutti “comandamenti dell’amore” di Dio e del prossimo. Il comandamento duplice dell’amore è la fonte e il senso di tutti i comandamenti.
La ripresa delle parole di Gesù da parte dello scriba ai vers.32-33 è il segno della sua adesione piena a quello che il Signore ha detto. E’ bello che egli anzi lo riprenda da “ebreo”, e quindi con l’aggiunta che l’amore di Dio e del prossimo “val più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. Mi permetto di osservare che questo non vuol dire una specie di “spiritualizzazione-eticizzazione” della fede con l’eliminazione del rito, ma che il rito stesso non può essere altro che un evento d’amore, il supremo segno d’amore, quella “liturgia dell’amore” che è fonte e guida di ogni celebrazione dell’amore di Dio e del prossimo nella nostra vita quotidiana.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Importante come Mc riporta la citazione di Deut: “Ascolta, Israele!”: Tutto l’A. T. è pieno di questo comando: “ascolta!”, in particolare il libro del Deut., da cui tutto sembra derivare, in particolare il “primo” comando, dell’amore di Dio.
E questo scriba ha “ascoltato” la discussione dei sadducei con Gesù, e il suo ascolto è ammirato e positivo: per due volte rileva che Gesù “ha risposto bene” (vv. 28.32). Anche Gesù apprezza la risposta dello scriba: vede che ha ascoltato e interpretato correttamente – con due sue aggiunte opportune – le parole di Gesù, e che ha risposto “saggiamente” (v. 34). In questa “saggezza” c’è anche la consapevolezza che amare Dio e il prossimo non è solo uguale a offrire sacrifici, ma è di più! L’A.T. già dava alcuni suggerimenti per poterlo capire, p.es. 1 Sam25 dice che l’obbedienza è più che i sacrifici. Questa è la particolarità del regno di Dio: l’amore è più che i sacrifici. La lettera agli Ebrei, citando il salmo 40 (39) parla di Cristo che venendo nel mondo dice: “Non hai voluto nè sacrificio nè offerta, un corpo invece mi hai preparato. Allora io ho detto: Ecco io vengo a fare la tua volontà.”Questo è evidente in Gesù, ora che siamo ormai a gerusalemme: Cristo ama Dio perfettamente e ama il prossimo, gli uomini.
La risposta di Gesù che unisce i due comandi dell’amore di Dio e del prossimo, fa proprio pensare a come Lui ha vissuto tutto questo. L’amore è la pienezza di tutti i comandi. nell’obbedienza di Gesù al Padre adempie tutti i comandi. IN 1 Giov leggiamo che “Dio è amore… e in questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: ha mandato il Figlio nel mondo… Non siamo stati noi ad amare Dio, ma Dio ci ha
amati per primo!”
La citazione di Deut 6:4-5 mostra che il comando dell’amore è dato ad un tempo a ciascuno singolarmente (“il tuo Dio”) all’interno della comunità del popolo (“ascolta, Israele”) da una voce (Mosè, Gesù) che si unisce al popolo e a ciascuno nell’obbedienza (“il NOSTRO Dio è uno solo”).
v. 24 Gesù vedendo che aveva risposto “saggiamente”… questa parola “avente pensiero, avente prudenza” che si trova nella bibbia solo qui, assomiglia a quello che dice s. Paolo in 1 Cor 2: “Noi abbiamo
il pensiero di Cristo!”. Forse Gesù è contento che questo scriba, ascoltando e rispondendogli bene, mostri di “avere il pensiero” di Cristo, forse il suo stesso spirito, lo spirito santo d’amore, e impari da Lui il significato del comando più importante.
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