16 E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17 Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18 perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
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Dopo “il segreto” dell’elemosina e della preghiera, ecco “il segreto” del digiuno. Mi sembra che dopo aver esaltato l’autenticità della relazione con il prossimo, e soprattutto con i poveri, e l’autenticità della relazione con Dio nella preghiera, con “il segreto” del digiuno il Signore voglia considerare la “verità” della persona e della sua vita. Il pericolo è la riduzione della vita ad una grande “scena”, ad una grande “rappresentazione”. Consideriamo dunque il significato di quell’”assumere un’aria disfatta per far vedere agli altri…” (ver.16) e quindi l’importanza che “la gente non veda…” (ver.18). Gli “ipocriti” (ver.16) sono appunto dei “commedianti”, persone che recitano una commedia e non vivono l’autenticità della loro vita.
Può essere qui utile ricordare che per la fede ebraica – e cristiana! – il digiuno è la “protesta” davanti a Dio della nostra povertà e debolezza, e quindi del bisogno che abbiamo a che Lui intervenga in nostro aiuto. Non è quindi un segno di grandezza e di superiorità, ma il contrario! Proprio per questo, il pericolo è che diventi una “rappresentazione” di virtù e, appunto, non un grido e una supplica del povero che grida aiuto.
Profumarsi la testa e lavarsi il volto vuol dire la gelosa riservatezza, e quindi la “verità”, l’autenticità di questo digiuno che è tale se è mondanamente invisibile! Dunque, un evento strettamente “riservato” e dato al Padre che è nel segreto e vede nel segreto. Egli pure è mondanamente invisibile, e il rapporto con Lui è la fede. Il dono della fede! Non conquista umana e mondana, ma sempre e solo dono di Dio. Grazia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.