13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. 14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15 né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.
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Le “beatitudini” che ieri ci hanno visitato sono diventate oggi la “rivelazione” di Gesù il Figlio di Dio e la potenza divina della sua presenza e della sua azione!
Per questo, esse sono la nostra responsabilità di fronte a tutto il mondo!
Il paragone e l’immagine di tale responsabilità ci sono oggi rivelati con l’immagine della funzione essenziale del sale e della luce.
La funzione del sale è evidenziata anche dall’ipotesi negativa che esso “perda il sapore” (ver.13)!
La sua realtà profonda è assolutamente connessa ed espressa dalla sua funzione!
Se “perde il sapore” non è possibile rendergli al sua funzione e “a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente”!
Penso che tutti siamo in qualche modo passati per la triste consapevolezza di come la vita perda significato se non esprime e dona la ragione e la sostanza della sua esistenza!
Mi permetto di aggiungere un’ulteriore considerazione: il sale non lo si vede, ma guai se manca!
Invece è finalizzato alla visibilità il dono e il compito della luce!
E’ interessante l’immagine della città “che sta sopra un monte” (ver.14): essa è preziosa perché “non può restare nascosta” dato che “sta sopra un monte”: illumina perché è luminosa!
Diversa è la luminosità della lampada: perché faccia “luce a tutti quelli che sono nella casa ”non deve essere messa sotto il moggio ma sul candelabro”. Infatti, potremmo dire, è luminosa perché illumina!
L’immagine del sale e della luce ci dice la responsabilità e il compito della fede che ci è stata donata dal Signore. E dunque la nostra responsabilità sia personale sia collettiva.
Il ver.16 è preziosa rivelazione di questo, anche perché afferma che “la luce” che risplende nella vita del credente ha come finalità non di essere vanto nostro, ma di portare coloro che vedono “le opere buone” del discepolo di Gesù a rendere gloria al Padre nostro che è nei cieli.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.