21-1 Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2 dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. 3 E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». 4 Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: 5 Dite alla figlia di Sion: Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma.
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Mi emoziona scrivere due righe di povero commento alla Parola che oggi ci parla di eventi accaduti a pochi passi da dove mi trovo in questi giorni, a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi.
Sono passato per Betfage tre ore fa!
Ma quello che più mi attrae è la Parola che oggi ascoltiamo dal Vangelo del Signore! Tra l’altro proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria dell’Evangelista Matteo, che in questi mesi ci sta regalando la sua esperienza evangelica! La Parola di Dio come gli è stata donata con l’impegno di comunicarla e donarla anche a noi!
Tutto questo mi ha portato ad un’attenzione privilegiata per questo episodio evangelico in apparenza di non gran conto, ma in realtà di enorme portata!
La commissione data ai due discepoli è apparentemente piccola! In realtà ci annuncia che nella realtà della nostra piccola vita sono presenti i dati e gli eventi della universale storia della salvezza!
Gesù dice che “nel villaggio di fronte a voi subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro” (ver.2)!
Ci potremmo stupire e quasi scandalizzare che mentre noi stiamo cercando la Parola evangelica della salvezza, ci dobbiamo distrarre per questa ricerca.
Invece questa Parola ci avverte che l’annuncio evangelico è presente nella modesta realtà concreta della nostra vita!
E non solo! Gesù ci indica anche quali risposte dobbiamo dare a chi ci chiedesse ragione di quello che ne dovremo fare!
Proviamo ora a tradurre tutto questo nella realtà nella quale concretamente ci stiamo muovendo!
Innanzi tutto dobbiamo cogliere la sostanza profonda di tutto, scoprendo di ogni cosa la sua realtà “evangelica”! Che cosa è per il Vangelo questo e quello nel quale mi troco!
E quindi l’impegno delicatissimo di cogliere in questo l’indicazione del mio comportamento!
Non sarebbe da stupirci come mai il padrone dell’asino o un suo amico ci chiedesse la ragione di quello che stiamo combinando!
Dunque, nel nostro umile e semplice vivere e fare nel desiderio attento di seguire l’indicazione evangelica, ognuno e tutti, come i due discepoli del nostro brano, siamo portati ed esposti al mistero del vangelo e alla nostra responsabilità di obbedire al Vangelo!
Quello che nel nostro brano accade è meraviglioso!
Gesù infatti ci dona la rivelazione del suo mistero messianico a partire da questi animali che, presenti nella profezia di Zaccaria 9 Egli reinterpreta immergendola nella profezia di Isaia 62!
Vedete la meraviglia! Riceviamo il dono della Parola del Signore, che ci conduce a cogliere il mistero della salvezza e della pace nella semplice realtà in cui viviamo!
Si potrebbe dire: “Così è troppo difficile!” E io aggiungo e aggravio: “E’ impossibile!”.
E dunque non può essere che “dono”, “grazia”!
Per grazia di Dio, la Parola del Signore ci rivela giorno per giorno e istante per istante come celebrare nella nostra umile vita la Parola evangelica che salva e che fa nuove tutte le cose. Vicino a dove vi scrivo, Gesù ha colto l’umile realtà di due animali immergendola nella memoria di due grandi profezie del Signore.
In questo modo ci ha mostrato e rivelato la meraviglia della sua Persona in una festa dove Egli ha riunite due realtà mondanamente lontanissime l’una dall’altra: la regalità messianica e l’umile povertà del Figlio di Dio!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ecco come Gesù prepara il suo “ingresso trionfale” in Gerusalemme: procurandosi un’asina! Come sapete, la cavalcatura regale era la mula, talvolta il cavallo, mentre l’asinello era l’animale delle persone comuni, di scarsi mezzi. Nella profezia citata si specifica che si tratta di un re “mite” e che non aspira a vittorie trionfali, bensì a instaurare nel mondo i tempi della pace: “… l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni”(Zaccaria 9,10). – Saranno proprio queste le caratteristiche del Messia Gesù e della sua opera. Egli in questo bel racconto dell’evangelista Matteo si designa – unica volta in questo Vangelo – come “il Signore”: questo nome (che noi amiamo) ci suggerisce la sua piena libertà e dignità, Signore non per dominare ma per donarsi e fare di tutti noi, suoi discepoli, dei “signori” simili a lui.