1 In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: 2 «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». 3 Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? 4 Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte.
5 Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6 non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. 7 Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: 8 Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9 Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».
Registrazione dell’omelia partecipata durante la scuola della pace di Sovere.
Questa distinzione netta tra il comandamento di Dio e “la tradizione” è di grande rilievo, e a questo proposito vi consiglio di leggere il numero 43 di Evangelii gaudium di Papa Francesco! E’ un’affermazione che ci restituisce tutti, tutta la Chiesa, ad una grande e profonda libertà!
Il tema della “gerarchia” delle verità e delle norme è di fondamentale importanza. Nel nostro brano, Gesù porta il problema alla sua suprema importanza, perché lo conduce fino al Decalogo!
L’importanza di questo suo insegnamento è grandissima, anche perché “de-sacralizza” quello che deve essere in ogni modo restituito al suo giusto posto! Mi piace osservare anche che non si tratta di una semplice “interiorizzazione” della legge, ma del concreto agire umano!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.