10 Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». 11 Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12 Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13 Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14 Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». 15 Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16 Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17 Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». 18 Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
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La Parola evangelica che ascoltiamo ai vers.10-14 e che il solo Luca ricorda tra gli evangelisti, mi sembra molto preziosa perché viene incontro ad ogni situazione e condizione della vita umana, aprendo una strada di cammino e di speranza.
Vedremo oggi che il “fare” non è l’evento fondamentale della salvezza che riguarda l’ “essere” cui segue il fare.
E tuttavia le risposte che oggi Giovanni Battista dona ai suoi interlocutori è preziosa perché mostra come la misericordia divina ami anche i piccoli passi verso la vita nuova della fede.
Apprezziamo con simpatia, dunque, questa domanda “Che cosa dobbiamo fare”. E’ una domanda che rivolgono al Battista sia in generale “le folle” (ver.10), sia i pubblicani (ver.12), sia “alcuni soldati” (ver.14).
E’ bello che ognuno possa mettersi in cammino.
Come dicevo, l’evento fondamentale è quella “vita nuova” che secondo Giovanni Battista solo Gesù può donare. Lo vedremo più avanti, al ver.16!
Le indicazioni che tutti ricevono da Giovanni sono preziose perché entrano nel concreto dell’esperienza di tutti, e perché indicano un cammino orientato verso la vita nuova!
Alla domanda che al ver.10 gli è rivolta dalle folle, Giovanni indica un cammino di carità: se si possiedono due tuniche, darne una a chi non ne ha.
Ai pubblicani che ritirano le tasse volute dai dominatori romani, e per questo sono visti male dalla gente, anche perché si ritiene che approfittino di questo per domandare più del dovuto, per tenerselo. Allora il Battista dice loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato” (ver.13).
Ai soldati che pure gli domandano che cosa devono fare, egli risponde: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi della vostre paghe” (ver.14).
Poi Giovanni si preoccupa di chiarire la verità a tutto il popolo dove tutti sono in attesa del Messia e si chiedono se non sia proprio Giovanni il Messia.
E mette a confronto il battesimo che egli sta amministrando a tutti, con il Battesimo che tutti riceveranno da Gesù.
Il suo è un battesimo “con acqua”. Quello che Gesù donerà è “in Spirito Santo e fuoco”: è la festa e il prodigio di Pentecoste! E’ la vita nuova liberata dal male e dalla morte.
Certamente non può essere opera di lui, Giovanni, che non si ritiene “degno di slegare i lacci dei sandali” (ver.16) del Signore Gesù! Le note delle bibbie dicono che tale gesto era considerato così umiliante, da essere proibito lo potesse fare anche uno schiavo, se schiavo ebreo di un padrone ebreo: troppo umiliante!
Tale la distanza-differenza che il Battista afferma tra lui e Gesù!
Queste Parole e molte altre esortazioni sono da considerarsi già “Vangelo”: “Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo”!! (ver.18).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Dopo duemila anni, sentiamo anche noi impellente, urgente quella domanda: “Che fare? Cosa dobbiamo fare?” Le tre risposte del Battista sono davvero illuminanti, sono “pre-evangeliche”. Nella prima propone quella che per Gesù sarà l’unica regola da seguire: volersi bene tra noi, condividere quello che abbiamo, servire chi è nel bisogno. Gesù aggiungerà: “…come io vi ho amato”, quindi donando – ognuno a suo modo – la propria vita. – Anche nella seconda risposta Giovanni anticipa Gesù: chiede ai pubblicani di essere onesti, di esigere solo il dovuto, ma non di cambiare mestiere. Gesù – se non sbaglio – non ha mai chiesto tale cambiamento a pubblicani e prostitute, cosa che noi invece considereremmo prioritaria. – Anche la terza risposta è importante: non abusare della propria posizione di forza, della propria autorità; non consentire a forme di violenza, fisica o psicologica che sia…