[17 ] 18 Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». 19 Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. 20 Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. 21 Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». 22 Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». 23 Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. 24 Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. 25 Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
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Solo Luca tra gli evangelisti propone questa improvvisa presenza di Barabba (vers.18-19), che Marco e Luca introducono con un dialogo tra Pilato e la folla.
Questo accentua l’impressione di un “incontro” tra lui e il Signore, un confronto e dunque un esito che nello scambio tra Gesù e Pilato, sembra affermare l’evento salvifico che risparmierà a Barabba il patibolo.
Ma più profondamente assume Barabba nell’intera umanità che viene salvata dalla Croce del Signore.
Avverto fortemente questo brevissimo episodio, che sarebbe argomentazione forte e affascinante sulla necessaria abolizione di ogni forma di pena di morte!
E’ impressionante anche l’ulteriore intervento di Pilato e il suo tentativo di far prevalere la giustizia, quasi gridando l’innocenza di Gesù.
Certo, prevale in lui la debolezza di un potere che alla fine sa di dover difendere se stesso.
La decisione di resa di Pilato (ver.24) mette in evidenza la debolezza umana della persona.
Forse però il Vangelo ci vuole dire anche l’irrimediabile e invincibile debolezza del potere mondano – di ogni forma di potere mondano! – e dunque la sua sostanziale inettitudine a difendere e ad assumere la Verità. Scrivo questa parola con la “v” maiuscola perché non so trovare un attributo adatto e capace di non essere respinto anche da chi non ha ancora ricevuto ed accolto il dono della fede.
Quanto più appare assurda dunque la pretesa dei “regni cristiani” e di ogni realtà umana che pretenda di assumere e di difendere la verità di Dio. Solo Gesù con la sua Pasqua può fare questo.
E lo fanno tutti coloro che ne sono testimoni fino alla Croce.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.