Profughi2

(foto www.lastampa.it)

Carissimo, tutti quelli che vengono dall’orrore, dalle stragi, dalle agonie del mondo … dalle persecuzioni, dai barconi di morte, dalla fame, donne, bambini, tutti coloro che vengono dal sangue, tutti questi, come faranno a perdonarci? Voglio dire, come faranno a sopportare la nostra presenza in Paradiso, ad accettare la “convivenza” di tutti noi, borghesi, indifferenti, salvati in terra, ed ora, anche, in cielo?

Carissimo, le tue parole mi hanno trafitto! Però, un po’ pregando e un po’ riflettendo, un po’ considerando ancora una volta il cammino che Papa Francesco ha aperto a tutta l’umanità con il suo insegnamento e il suo esempio di misericordia, m’è entrato nella mente e nel cuore un pensiero che quasi mi fa paura esprimere. Innanzi tutto voglio dirti che proprio il bene che tanti non hanno ricevuto da noi e che così gravemente ci accusa sarà per noi esperienza assoluta di salvezza, perché loro salveranno noi che non abbiamo soccorso loro quando era il nostro momento. Se saremo con loro in Paradiso, saremo accanto a loro la “ragione” della loro salvezza, perché Dio che vedrà la nostra “indifferenza” come tu dici nel seguito della tua lettera, Lui stesso li porterà a Sé. E oso dire che porterà anche noi perché anche a noi Egli vuole bene malgrado quello che siamo e quello che non facciamo. Perché oso dire questo? Perché quello che tu mi scrivi non può lasciarci indenni. Come dicevo sopra, non può non trafiggerci. Per questo ho deciso di rendere pubblico il tuo lamento! Perché non c’è annuncio evangelico più forte del pianto degli abbandonati di cui ti fai presenza e voce con la tua lettera. La mia adolescenza e la mia giovinezza sono state intensamente accompagnate dal pensiero angosciato di come la violenza nazista avesse profanato l’umanità ebraica, insieme all’umanità di tanti altri piccoli, poveri e sterminati. Poi, con fatica ho accettato che l’amore di Dio per gli sterminatori potesse essere più forte del male tremendo che avevano commesso. Così adesso mi sembra essere l’insegnamento del Papa sulla misericordia divina: l’Amore di Dio per gli uomini e le donne di ogni luogo e di ogni tempo, è sempre più forte e più potente del male che da noi viene commesso. E davanti a questo, non è possibile rimanere indifferenti. Almeno, preghiamo che sia così. Buona Domenica.

Giovanni della Dozza.

Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 19 Giugno 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.