31 In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». 32 Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. 33 Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
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Accogliamo con attenta riconoscenza i versetti del testo di Luca che ci comunicano un dato importante del suo Vangelo e un elemento prezioso del cammino della vita, di Gesù prima di tutti, e poi anche nostro: la vita terrena come un viaggio, nel quale la dimensione del tempo e quella dello spazio si intrecciano perfettamente. Gesù lascia la Galilea per dirigersi verso la Giudea e Gerusalemme – troveremo un altro riferimento importante in Luca 17,11 – e il termine spaziale del viaggio, Gerusalemme, è anche il termine temporale della sua esistenza terrena:”..e il terzo giorno avrò finito”(ver.32). Luca accentua particolarmente, rispetto agli altri evangelisti, la missione del Signore come questo grande viaggio che lo porta dalla Galilea a Gerusalemme, dagli inizi e dallo sviluppo della sua missione sino al compimento che deve avvenire a Gerusalemme.
Il ver.31 esprime con efficacia il meccanismo della violenza del mondo e le conseguenze logiche che ne derivano. Ma la risposta di Gesù afferma che anche la più potente e sicura forza mondana nulla può nei confronti della potenza di Dio e del suo disegno, raccolti peraltro, e nascosti, nella mite e povera realtà del Figlio di Dio. Tutto questo Gesù lo vede e lo annuncia in connessione e come pienezza dell’intero cammino storico del popolo di Dio, segnato dall’invio di tempo in tempo di personalità profetiche che accompagnavano e svelavano il cammino della salvezza di Israele. Gesù quindi sta percorrendo una strada che ha caratterizzato la tradizione profetica, e che ha quindi le sue “regole interne”, alle quali Gesù si attiene nella sua obbedienza al Padre. Per questo “è necessario”(ver.33; alla lettera “io devo”) che Egli prosegua il suo cammino “perchè non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Là il Signore completerà il suo cammino, sarà giunto al termine della sua missione, e avrà portato a pienezza il disegno salvifico del Padre.
Secondo la fede ebraico-cristiana la vita è un unico grande viaggio-pellegrinaggio: da Abramo a Mosè, a tante vicende del popolo di Israele, sino a questo grande viaggio del Cristo, l’esistenza è questo viaggio, nutrito quotidianamente dal Pane della Parola e dello Spirito. Le insidie della morte non possono fermare la potenza di questo viaggio e la sua indefettibile speranza, che è Gerusalemme e il compiersi in essa, per ciascuno, della volontà del Padre. Gerusalemme, quindi, come l’incontro con Dio e l’ingresso pieno e definitivo nella vita con Lui.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi è venuto a trovarco Don Marco per celebrare la Messa con noi e i ragazzi di Mapanda nostri ospiti questa settimana.
Il vangelo di oggi da una parte ci presenta Erode nella sua presunta intenzione di uccidere Gesù, e che Gesù stesso chiama “volpe”, dall’altra quello che è il motore segreto degli avvenimenti, espresso da Gesù versetto 33 quando dice: “bisogna…”. E’ un “bisogna” che ci riguarda, perchè si collega a quanto aveva da poco detto riguardo alla donna curva “Non bisognava che fosse sciolta da questo legame in giorno di sabato?”
Pilato non può impedire le opere di Gesù, cioè il cacciare i demoni e il compiere guarigioni, in quanto queste sono dentro e intimamente unite a questo viaggio verso Gerusalemme e a quanto là si compirà.
Facendo dire a Erode che bisogna che il suo viaggio a Gerusalemme si compia, forse non solo gli dice che non ne può impedire lo svolgimento, ma in qualche modo anche lo convoca là. E in effetti il Vangelo di Luca segnala la presenza a Gerusalemme nei giorni della passione, oltre che di Pilato, peraltro citato anche lui all’inizio di questo capitolo, anche di Erode. Pietro, negli atti al cap.4 sottolineerà l’importanza di questa presenza simultanea: “Davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli di Israele, per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà aveva preordinato che avvenisse.”
“è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada”. Questi tre giorni rappresentano tutta la vita di Gesù, la sua missione, la Pasqua. Forse si può cogliere questi “oggi, domani e il giorno seguente” come un invito anche per noi alla perseveranza nel cammino della vita che il Signore ci regala, avendo bene in mente la meta finale appunto la Pasqua, la comunione con lui. Un po’ quello che con altre parole sentivamo ieri quando diceva lottate per entrare nella porta stretta.
Il Signore stesso ci è passato e non si è fatto spaventare da Erode che poteva ucciderlo. Noi di cosa dovremmo aver paura?