FilisteiSperavo di poterla vedere questa sera qui nella sala della sua parrocchia. Passo per Bologna e decido di fermarmi dove l’ho incontrata tre mesi fa. Ma è notte fonda. Trovo questa lettura della Bibbia, non trovo lei ,appunto, ma trovo questo piccolo libro dei vangeli in greco e il suo nome nel frontespizio. Mi fermo ad ascoltare. Ho in mente quello che lei mi diceva circa l’opportunità per me di lasciarmi condurre dalla parola di Dio. Lo sto facendo, ma sono ancora pieno di dubbi e di paure. Il mio ruolo pubblico e la mia altrettanto pubblica fama di non credente li avverto come un ostacolo aggiunto dal quale non posso liberarmi. Lascio questa stanza dopo due ore di ascolto, e mi auguro che nessuno mi abbia riconosciuto. I libri storici che ho ascoltato mi hanno portato un mezzo a tante violenze, e morti, e crudeltà. Pensare che questa sia la Storia Sacra mi provoca molte domande. Arrivederci, spero, presto.

La ringrazio di avermi consentito di pubblicare il biglietto che Lei mi ha lasciato nel mio Nuovo Testamento. Mi piace rispondere all’ultima parte del suo scritto dove si chiede come possano convivere la memoria di tanti orrori della storia e la presenza di Dio. Lo faccio volentieri, perchè anch’io mi sono trovato davanti a questo interrogativo, forse proprio a motivo di un ascolto tanto prolungato della storia di Israele e delle nazioni del mondo. Oggi, sabato, termina la nostra lettura continua di tutto il testo sacro. E’ stato per me un itinerario di bellezza sconosciuta. Ho visto contente tante altre persone. Mi sembra di conoscere un po’ meglio il Signore che non ha paura dei mali di questo povero mondo. Mi piace che invece di star fuori dalla mischia ad aspettare che noi siamo abbastanza virtuosi e forti per scappare da Lui, è proprio Lui a buttarsi nella storia, e a farsi piccolo in essa sino alla Croce del Figlio. In questo modo ha potuto, nella pienezza dei tempi, eliminare il luogo privilegiato della sua presenza, il Tempio di Gerusalemme, per mettersi sulla strada di ogni creatura umana, nella persona e nella parola di suo Figlio, il nuovo Tempio non più di pietra, ma di quella carne che i padri ebrei hanno Lui preparata nei lunghi secoli dell’attesa e della profezia. Vedo ogni giorno con stupore come Dio sappia avvicinarsi e immergersi anche nelle vicende più ferite e più sbagliate. Vedo come non ci sia ormai nessuno escluso dalla possibilità di incontrarlo o meglio di essere da Lui incontrato. Non c’è più "il dentro o fuori" di prima. Siamo tutti nell’amore dell’unico Padre, tutti cercati dal suo amore, tutti bisognosi della sua salvezza. E Lei non più di me. Mi dispiace che non ci siamo visti in un’occasione tanto bella come questa della Bibbia. Le chiedo scusa. Con grande amicizia. d.Giovanni.