Durante il Festival Francescano, è avvenuto la sera di giovedì 26 settembre 2019, alle ore 18 in piazza Maggiore a Bologna, un evento del tutto singolare tra due persone legate al fatto storico dell’uccisione di Aldo Moro e della sua Scorta. Si tratta dell’incontro tra Agnese Moro, figlia del leader ucciso dalle Brigate Rosse, e l’ex brigatista Adriana Faranda, che organizzò il sequestro. Ora sono impegnate in un comune percorso di giustizia riparativa.

Dice Agnese: « Bisogna recuperare nella vita quotidiana, nella politica, la fiducia nella forza della parola. Il male, l’uccisione di una persona, è irreparabile, congela le persone, le isola in un mutismo che diventa una mutilazione e cronicizza il male, lo diffonde anche alle persone che ti sono care. E se all’irreparabile non c’è antidoto, ciò che si può fare è aprirsi al dialogo e ascoltare ».

Dice Adriana: « Noi siamo partiti da un desiderio di giustizia e siamo giunti a ledere la stessa giustizia privando le persone del bene più prezioso: la vita ».

Ma sia nelle vittime sia nei carnefici, una volta disarmati, ha prevalso il desiderio di vivere una nuova vita. Sia la figlia del leader ucciso dalla Brigate Rosse sia l’ex brigatista hanno sottolineato l’importanza di avvicinarsi disarmati senza accampare scuse e giustificazioni da una parte e accuse e rancori dall’altra ma solo disponendosi all’ascolto.

« Dio è ascolto » dice l’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi che ha moderato l’incontro e che ha sottolineato il bisogno di prendersi le responsabilità in un mondo con troppo odio. Guardando al futuro non si rimane prigionieri della dittatura del passato.

Mettiamo in rete le registrazioni degli interventi:

1 – Matteo Zuppi – presentazione (file mp3; 9,2 MB)

2 – Agnese Moro – relazione (file mp3; 34,4 MB)

3 – Adriana Faranda – relazione (file mp3; 17,6 MB)

4 – Matteo Zuppi – conclusione (file mp3; 12,4 MB)