Caro Giovanni, a Gerusalemme ho scoperto una piccolissima ma splendida perla: una comunità di ebrei “latini”. Sono pochissimi (cinquecento in sette gruppi) ma soprattutto hanno un compito immane: come integrare un’identità cattolica nella storia ebraica? Caro Massimo, mi sono trovato anch’io davanti a questa grande sorpresa, malgrado da molti anni conosca e frequenti la minuscola parrocchia ebraico-cattolica di Gerusalemme. E’ successo che la grande immigrazione di lavoratori stranieri provenienti da paesi dove i cristiani cattolici sono molti, ha improvvisamente portato un numero impressionante di persone, soprattutto bambini che, nati in Israele sono ebrei dalla testa ai piedi: parlano ebraico, frequentano scuole ebraiche, vivono e abitano in mezzo alla popolazione ebraica di Israele.

Ma sono cattolici! Per questo la piccolissima comunità fatta di ebrei per diverse ragioni storico-culturali aderenti alla fede cristiana, viene ora felicemente invasa da popolazioni che cercano in Israele la loro comunità di fede. Al cuore di questa – bisogna dirlo! – felice bufera, un personaggio straordinario: Davide. Famiglia ebrea tedesca, fuggita dalla Germania nazista e finita nel Sud Africa dell’Apartaid. Studente a Gerusalemme e chiamato alla fede di Gesù. Il consenso della famiglia, doloroso e liberale gli chiede dieci anni di meditazione. In quel tempo capisce che la Compagnia di Gesù sarà la sua famiglia, che però gli chiede ancora tre anni dopo il Battesimo. Così diventa docente di Bibbia. Adesso il Patriarca di Gerusalemme lo ha fatto suo Vicario per gli ebrei cattolici della Chiesa Latina. C’è da gioirne e da ben sperare. Questo Gesù ci sembra sempre più bravo! Buona Domenica a tutti. D.Giovanni.