Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. 19 Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. 20 Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore. 21 Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore. 22 Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me – oracolo del Signore –, così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome. 23 In ogni mese al novilunio, e al sabato di ogni settimana, verrà ognuno a prostrarsi davanti a me, dice il Signore. 24 Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti».
Commenti registrati questa mattina, venerdì 3-04-2020, nella condivisione c/o le nostre parrocchie:
Omelia dialogata alla Dozza (file mp3)
Messa quotidiana trasmessa in diretta sul canale youtube delle Famiglie della Visitazione: https://youtu.be/8QZcAIfWdnU
Omelia dialogata a Sammartini: (file mp3)
COMMENTO delle Famiglie della Visitazione:
Giovanni. Siamo all’ultimo brano del nostro grande cammino nel libro del profeta Isaia. Da domani entriamo nella celebrazione delle grandi feste della vita cristiana. Approfittiamo però di questo giorno di passaggio per dirvi che esso ci introduce nel senso profondo del nostro ascolto quotidiano della Parola di Dio in lettura continua, che è l’essere presi per mano dalla Scrittura stessa e condotti attraverso la Scrittura a un rapporto sempre più profondo con il testo biblico. Questo ormai tutti quelli che seguono un po’ queste letture lo sanno bene e ne sono assolutamente convinti, come anche noi lo siamo. In ogni modo adesso ringraziamo il Signore: entriamo nelle feste di Pasqua e quindi dal prossimo giorno anche noi faremo il cammino previsto dal calendario ufficiale della Chiesa. Quella del libro del profeta Isaia di oggi è una chiusura molto interessante, perché vuole essere un congedo, che però ci aiuta a rimanere nel cammino che abbiamo fatto e ci offre una visione universale, meravigliosa, perché la Parola di Dio non è rivolta a un popolo solo, ma a tutti i popoli della terra e non è rivolta a chi ha già la fede, ma in modo assolutamente profondo anche a chi semplicemente ne è alla ricerca. La Parola di Dio è sempre in ogni caso rivolta a tutti e non mette delle condizioni a nessuno, anzi noi possiamo dire che la Parola di Dio ci sorprende sulla strada della nostra vita, ci chiede di farci prendere per mano. Non pensate in modo molto diverso da quando eravamo bambini e, 300 anni fa, la mamma spiegava a me e al mio fratellino le fiabe. Ecco, immaginate questa cosa, anche perché il testo di Isaia, avete visto quanto ha insistito sull’elemento della femminilità e sull’elemento della maternità. Pensate alla strada che abbiamo fatto, proprio come la nostra mamma che ci racconta qualche cosa che ci prende, ci affascina e che lei usa per poterci condurre. Quindi, la conclusione di oggi è un invito forte alla fedeltà.
Voglio citarvi però anche l’ultimo versetto, il 24 di questo capitolo 66 del profeta Isaia: “Uscendo, vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di me; poiché il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà e saranno un abominio per tutti gli uomini”. In modo strano, dopo una serie felice di affermazioni, che sono congedo e nello stesso tempo un arrivederci, questo ultimo versetto, dopo un cammino meraviglioso come quello che abbiamo fatto in questi capitoli del profeta, può essere fonte di una certa delusione e scoraggiamento, ma invece è un avvertimento prezioso, come se ci dicesse che, ascoltato quello che abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio, ci accorgeremo che la vita, a partire dalla nostra stessa vita, dalle nostre persone, dalle vicende del cammino della nostra esistenza, è piena di negatività, di cose sbagliate e tristi. Allora, il patrimonio di luce che abbiamo ricevuto in dono in queste settimane deve rimanere il termine prezioso da custodire, senza lasciarci spaventare dalla negatività del nostro cammino quotidiano, da quelle esperienze non felici che potrebbero addirittura suscitare la domanda: “Allora, che cosa c’è di vero?”. Ecco c’è di vero proprio questo: la continuità del nostro rapporto con la Parola di Dio è condizione per una fedeltà che, qualunque sia la vicenda storica personale e collettiva della vita, noi possiamo mantenere a questa Parola.
Volevo anche dire che questo ultimo passaggio è segno di un’affezione speciale di Dio per un popolo del mondo, il popolo ebraico della prima Alleanza. Questo popolo, per molti secoli isolatissimo in mezzo agli altri popoli, ha custodito questa profezia e ora la lascia come cammino di luce per tutti. I nostri fratelli ebrei hanno adempiuto e in certo senso continuano ad adempiere questa loro missione preziosissima. Tra l’altro c’è questo particolare, che anche nella realtà delle genti del mondo è interessante: voi sapete che gli ebrei sono praticamente dappertutto, in tutto il mondo ci sono degli ebrei e solo da pochissimi anni hanno potuto ricostruire in una terra la loro nazione stabile, ma in realtà gli ebrei sono ebrei italiani, francesi, indiani, cinesi, di tutte le nazioni. Questo è un grande mistero: la missione universale di questo antico popolo di pastori e camminatori del deserto, che, avendo ricevuto il supremo dono della fede in Dio, l’hanno custodita in vista della pienezza, che è il Signore Gesù per noi cristiani, l’adempimento di tutta la profezia di Israele e il principio della salvezza per tutti i tempi, tutte le terre, tutte le culture, tutte le nazioni.
Bisogna poi dire, in certo modo stupefacente come gioca in contrasto con tutto questo il fatto che Israele ha dovuto subire persecuzione in tutte le culture e in tutte le terre.
Infine, pensiamo anche alla grande responsabilità che questo piccolo popolo, antico e moderno, ha oggi in questa terra, che noi chiamiamo la terra d’Israele, per il suo confronto e la sua convivenza con un popolo che già abitava in quella terra, che è il popolo palestinese. E’ delicatissima questa vicenda e questa questione, perché qui Israele potrebbe correre il rischio di vivere con inimicizia il suo rapporto con questo popolo, che invece, come tutti gli altri popoli, è chiamato alla pienezza della fede, che proprio Israele ha l’incarico di donare a tutte le nazioni del mondo.
Noi vogliamo con tutte le nostre forze ricordare nella nostra vita di fede e di preghiera Il cammino di tutte le genti verso la comunione.
Francesco. Aggiungo solo un collegamento tra quest’ultimo testo, di oggi sabato, ultimo giorno del cammino ordinario della Quaresima, e l’inizio della Settimana Santa, la domenica delle palme di domani, perché il testo di oggi di Isaia ci parla proprio, come è stato detto adesso da Giovanni, di una grande convocazione, di Israele, delle genti, di tutti a Gerusalemme. Questo lo vivremo nella giornata di domani, attraverso il racconto evangelico dell’ingresso del Signore Gesù con i suoi discepoli e con tanta gente nella città di Gerusalemme.
A tutti voi un augurio di buona Settimana Santa.
Giovanni e Francesco