2 In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. 3 Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. 4 Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, 5 allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, 6 come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.
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L’opera di salvezza del Signore e quindi la sua presenza in Gerusalemme sarà dono di salvezza per i “superstiti di Israele” (vers. 2). Il “Germoglio del Signore”, figura profetica del Messia (Ger 23,5), sarà luogo e segno di salvezza. Sarà chiamato santo chi intorno al “Germoglio del Signore” rimarrà in Sion e sarà “superstite in Gerusalemme”. Sarà “scritto per la vita” in Gerusalemme!
Il vers. 4 dice l’opera di purificazione da Lui compiuta per la nostra salvezza.
Gerusalemme diventa il luogo eletto da Dio, descritto come una tenda di salvezza: “nube di fumo durante il giorno e bagliore di fuoco durante la notte” (vers. 5).
“Tenda contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia” (vers. 6): in questa immagine noi possiamo cogliere una luminosa profezia della Chiesa, come luogo ed evento di salvezza per tutta l’umanità. Tale è la gloria di Israele: il popolo della prima alleanza come profezia e preparazione della salvezza, in Cristo, di tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuoi. Giovanni e Francesco
“Il germoglio del Signore”: “ciò che farà germogliare il Signore”, traduce la TOB; quindi, non solo il germoglio per eccellenza, l’inviato di Dio, Gesù, ma tutti coloro che insieme a lui germogliano in una vita nuova. La prospettiva di una grande rinascita è rivolta dal profeta al “resto di Israele”, ai sopravvissuti alla catastrofe e all’esilio; ma da questo resto è venuto il nuovo popolo di Dio, al quale anche noi apparteniamo. I superstiti saranno chiamati santi (v.3): la santità è un attributo esclusivo di Dio, ma egli ci mette a parte delle sue “qualità”, della sua stessa persona. La sua gloria “sarà sopra ogni cosa come protezione”, come ai tempi dell’Esodo; tenda e rifugio, “baldacchino nuziale” per tutti coloro che egli ama (la parola baldacchino non compare nella traduzione italiana, ma è segnalata dalle note).