Domani, sabato 21 novembre 2009, accompagneremo Giuseppe all’ingresso nella sua nuova parrocchia di S.Egidio.

La celebrazione comincerà alle 18.30. Siete tutti invitati!

Pubblichiamo di seguito l’invervista al nuovo parroco rilasciata all’inserto domenicale di Avvenire, BO 7:

Come ha accolto la notizia della sua nomina a parroco?

Ho accolto la notizia con grande sorpresa, perché il mio impegno di presbitero diocesano, per volere dei vescovi, era stabilmente e a pieno tempo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna, ed anzi appena pochi mesi fa tale impegno mi era stato nuovamente confermato. È stato il vicario generale, sua ecc.za mons. Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare e mio collega nell’insegnamento alla FTER, a comunicarmi la nomina decisa insieme all’arcivescovo, card. Caffarra. In quel momento, insieme alla sorpresa, ho avvertito un’importante chiamata del Signore alla dimensione direttamente pastorale del mio ministero: perciò ho sentito timore ed anche gioia, perché ho pensato che dopo tredici anni di lavoro intellettuale sarebbe stato bello provare a fare il parroco.

Come è nata e come si è sviluppata la sua vocazione?
La mia vocazione è nata da una conversazione tra d. Giuseppe Dossetti e il card. Biffi. Fu chiesto a me e a mio fratello, che siamo membri delle Famiglie della Visitazione, la Comunità di Sammartini fondata da d. Giovanni Nicolini, di diventare presbiteri. Essendo la nostra comunità un’associazione pubblica di fedeli laici, accettando la richiesta di diventare presbiteri io e mio fratello, d. Francesco, siamo divenuti preti diocesani, al servizio della Chiesa locale.

Quali sono state le tappe della sua vita sacerdotale, dall’ordinazione ad oggi?
Sono stato mandato come diacono a S. Pio V e come cappellano prima a S. Francesco di Assisi e poi alla parrocchia della Dozza. Nel frattempo ho collaborato con il card. Biffi per realizzare uno dei segni del Congresso eucaristico nazionale (Bologna 1997), e cioè la pubblicazione dell’opera omnia di s. Pietro Crisologo, sono stato assistente delle Figlie di S. Angela, ed ho concluso gli studi a Roma. Nei primi anni di ministero i vescovi mi hanno chiesto di abitare in Seminario e di svolgere da lì i miei impegni pastorali, perché dovevano essere associati all’impegno di professore di latino, greco e patrologia. Successivamente mi è stato domandato di trasferirmi presso la canonica della parrocchia della Dozza, per vivere con i fratelli della mia comunità, per dare una mano al parroco, e per esercitare il ministero presso il carcere.

Conosce già la comunità di S. Egidio? Cosa si attende da essa, e cosa desidera darle?
Ho conosciuto d. Gianni Poggi, il mio predecessore, ma non conosco la comunità di S. Egidio. Mi attendo di trovare una famiglia di fratelli e di sorelle e desidero darle ciò che gratuitamente ho ricevuto nella nostra bellissima Chiesa di Bologna: l’amore alla Parola, all’Eucaristia, ai poveri, ed infine alla Chiesa e alla Vergine Maria, come amava dire il card. Giacomo Lercaro quand’ero bambino. Io sono cresciuto respirando le novità del Concilio, la più grande grazia fatta da Dio alla Chiesa nel XX secolo, perciò ho il vivo desiderio di accompagnare i parrocchiani, che mi vengono dati come nuovi compagni di strada, sulla via del rinnovamento.

Fonte: Avvenire – Bologna 7