Questa notte, 31 dicembre 2010, dopo la celebrazione del Mattutino per la Festa della Madre di Dio, mentre aspettavamo di farci gli auguri di Capodanno, uno dei nostri fratelli ci ha fatto vedere un film molto bello su una vicenda che non conoscevo: le notte di Natale del millenovecentoquattordici il fronte di guerra tra tedeschi e francesi-inglesi, si è miracolosamente spezzato e si è sciolto in una preghiera di pace e in un brindisi di amicizia.

Magari tutti quelli che leggeranno la nostra piccola rubrica l’avranno visto. Per me è stata una bella novità. Ed è in compagnia di quelle immagini che mi sto preparando alla Messa che festeggia Maria di Nazaret per il dono prodigioso della sua maternità. A me pare molto preziosa la coincidenza tra questa Festa e l’inizio del nuovo anno. Non ci vedo dei significati liturgici, ma certamente un bel modo per entrare nel millenovecentoundici!

E pensare che nelle nostre tradizioni popolari si diceva che era di buon augurio incontrare un uomo piuttosto che una donna la mattina del primo gennaio! Noi invece abbiamo questo privilegio! Quello di incontrarci con la Mamma del Signore! E la sapiente maternità della Chiesa ci fa ascoltare nella Messa le Parole di benedizione che Dio ha consegnato a Mosè nel Libro dei Numeri. Mi sono trovato recentemente davanti a queste parole che sono conservate nel grande Museo di Israele a Gerusalemme incise su lamine d’argento. E sono il reperto più antico, e quindi la più antica “scrittura” ebraica finora rinvenuta dall’archeologia.

Dunque, la speranza di un nuovo inizio, opposto all’odio antico di Caìno, ricco di una benedizione di pace, capace di generare finalmente una nuova umanità che abbia come sua ragion d’essere e sua interpretazione più profonda il compito non di togliere la vita, ma di generarla. La nascita di Gesù ritorna quindi nella preghiera della Chiesa per ricordarle, e perche Ella faccia ricordare a tutto il mondo, che la guerra e ogni forma di aggressione contro la creatura umana è definitivamente bandìta. Senza eccezioni.

Non ci sono più possibilità di guerre giuste, anche quando venisse avanti un’ipotesi di emergenza umanitaria. E quindi, più profondamente, la speranza di una nuova creazione quale Gesù ha inaugurato dando la sua vita per la vita di tutto il mondo. Mi chiedo se la Festa di oggi non suggerisca anche di attribuire alla donna un compito particolare, una mansione e un’autorità che finora non le sono state riconosciute e attribuite.

E’ affascinante pensare ad un’umanità che si raccolga tutta nella piccolezza del Bambino Gesù e consideri con più attenzione l’altra parola che oggi compare nella Liturgia della Festa, nella lettera che Paolo invia ai suoi fratelli galati, dove ci dice di questo Figlio di Dio che stipula l’adozione di tutta l’umanità nell’unica famiglia di Dio, e che per realizzare questa colossale, quasi inverosimile impresa, si fa il più piccolo di tutti noi. E per questo “nasce da donna”. Buona Domenica e Buon anno a tutti i carissimi lettori della nostra rubrica. Giovanni.