Caro Giovanni, ci siamo conosciuti molti anni fa a Corticella. Ci siamo ritrovati per un po’ di tempo quando sei ritornato nella mia parrocchia in attesa del nuovo parroco. Questo mi ha fatto ritornare alla storia della mia vita e in questi giorni mi porta verso di te mentre considero la mia povera esistenza dove tutto è stato difficile, con un matrimonio travagliato, i figli molto impegnativi, un lavoro di grande fatica e con poca soddisfazione, che per fortuna da qualche mese è finito. Adesso sono una pensionata malinconica che si domanda il senso della sua vita di donna e di madre. Mentre ti mando queste parole penso a molte donne nella mia condizione, anche tra le mie amiche. Se nel caldo di ferragosto vorrai rispondermi con qualche parola, penso che saranno parole non solo per me, ma anche per molte altre… Lettera firmata

Ti rispondo mentre cerco di raccogliere un po’ di preghiera verso la Messa della festa di oggi, l’Assunzione di Maria al cielo, o, come dicono i nostri fratelli cristiani d’oriente, la sua Dormizione, cioè il giorno della sua morte. Finora non sono andato oltre il testo dell’Apocalisse che nella liturgia di questo giorno celebra l’immagine meravigliosa di questa Donna posta al cuore di tutta la creazione, ornata dal sole, dalla luna e dalle stelle, che grida per il dolore nel travaglio del parto. Davanti a Lei c’è minaccioso un Drago che vuole divorare il Bambino che sta per nascere. Ma Dio prepara per Lei un rifugio nel deserto dove la nutre per tutta la sua vita terrena. E il Drago della morte viene precipitato. E’ la gloria del femminile che viene a rappresentare l’intera umanità visitata e sposata dall’amore di Dio. E’ l’umanità che diventa feconda di Dio, Madre del Figlio di Dio. E’ il segno di una guerra nuova e di una nuova potenza. Una guerra che si vince facendosi "deboli" nel dono della vita, dando la vita e non la morte. Il deserto è il luogo dell’amore dove Dio ha protetto e nutrito i padri ebrei. E’ quella geografia dello Spirito dove ogni giorno Dio fa scendere il Pane della Vita sul deserto della nostra umile esistenza. Ho provato a mettere le parole che mi hai scritto nella luminosa bellezza di questa immagine, e così te le restituisco. Spero che in questo modo tu possa avvertire che la tua vita sta celebrando il Mistero della Donna come grembo della vera speranza. Certo, la scommessa della storia è molto alta: forse avrai visto, in qualche giornale di questi giorni, la fotografia di quella donna nuda e umiliata, accusata di svendere il tesoro del suo corpo. Il Signore te l’affida insieme alle tue amiche di cui fai cenno, perchè tu la ripari nella pace del tuo dolore consolato e allietato dalla tua bella fede.
E c’è un’altra donna che ci viene incontro nel Vangelo domenicale di posdomani, quando forse leggerai queste mie righe. E’ una donna straniera, capace di provocare e quasi di costringere Gesù ad aver compassione di lei e della sua bambina. "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini" le ha detto Lui. "E’ vero, Signore, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni" lei gli risponde. E afferma in questo modo la dimensione universale di una maternità che veglia su ogni persona e su ogni dolore. Anche tu, cara amica, puoi ora celebrare la tua tristezza come dolore fecondo per tutti coloro che vicini e lontani attendono l’ora della salvezza. Spero di vederti presto. Buona Domenica.   Giovanni.