In questi giorni nelle nostre due parrocchie di Sammartini e della Dozza stiamo vivendo un’esperienza singolare che mi piace comunicare a tutti voi. Da qualche tempo si è deciso di dedicarci con impegno al tema del femminile nella Chiesa e nel mondo. Dopo alcuni tempi di introduzione e preparazione, stiamo vivendo una breve Scuola della pace, dove ascoltiamo alcune esperienze. Ieri ci ha parlato una signora toscana nella cui Diocesi il Vescovo ha formato un gruppo di donne che lo consiglino nel suo ministero. Oggi, sabato sette gennaio, ascolteremo alcune sorelle che portano avanti un’esperienza coraggiosa di ospitalità di mamme in difficoltà e dei loro bambini. E nel pomeriggio un’amica che da anni guida con altre un’esperienza di “sororità” molto audace, proposta sia a persone di fede sia a donne non credenti. Nei prossimi mesi avremo incontri con altre donne impegnate in diversi modi e ambiti della vita ecclesiale e civile, in preparazione ad una più lunga e complessa “Scuola della Pace” estiva. Il “titolo” che guida tutto il percorso s’intitola “Il femminile nella chiesa e nel mondo: dono, problematicità e speranza”. Siamo contenti di ogni adesione e consiglio per il nostro cammino. Cammino che è stato tutto ideato e condotto da mamme, figlie e sorelle di ogni età e condizione. Ci sembra di scoprire, e chissà quanti altri l’hanno già scoperta, una grande originalità di questo orizzonte, e una possibilità straordinaria per tutti i temi difficili che il nostro tempo vive e affronta spesso con grande travaglio. Per questo ci sembra molto importante poter avere il contributo di persone di altre fedi religiose e di altre interpretazioni della vita. E mi sembra molto giusto e utile che una volta tanto noi “maschietti” ci facciamo scolari. E magari scolari insieme attenti e silenziosi. Per tipi come me, l’impresa non è facile. Per fortuna, e per grazia di Dio, ho molte amiche e sorelle tanto sapienti quanto anche, se occorre, severe! Nella storia della mia famiglia c’è una memoria che mi ha sempre affascinato. Il nonno e la nonna paterni ebbero un momento di difficoltà, sposati da pochi anni, perché la nonna era giolittiana e pacifista e il nonno interventista. Lui andò in guerra. La nonna, per tutti gli anni della guerra, intrattenne rapporti epistolari con donne del mondo tedesco, con il “nemico” dunque, dove hanno continuato a comunicarsi pensieri di pace, mentre i loro mariti si sparavano addosso. A guerra finita, il nonno dava ragione alla nonna e così si passò da un rapporto solo epistolare a qualche viaggio a Berlino e a Vienna, dove però mancava qualcuno che aveva lasciato le ossa sulle montagne. E si aiutarono a dare ai loro figli indicazioni di pace grande. Buona Domenica a tutti.

Giovanni della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 8 Gennaio 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.