Lercaro Giovanni XXIII e Dossetti (1968)Il concilio è una grazia, una grande grazia è stato questo concilio, una di quelle grazie che il Signore fa improvvisamente alla sua Chiesa, appunto un evento che Egli ha incominciato a realizzare attraverso il cuore di un santo, papa Giovanni XXIII.  E’ certo che questo momento di grazia è passato attraverso un cuore, come sempre nella vita della Chiesa. Non passa tanto attraverso idee, ma attraverso persone, cioè persone sante.

Dunque, è stato una grazia e noi dobbiamo crederlo di più. Sennonché ci sono state e ci sono tante esitazioni, incertezze, forse delle volte anche delle semplici ironie, rispetto al concilio e ai suoi esiti e delle altre volte ci sono degli smarrimenti. Però tutto quello che è avvenuto dopo il concilio non ci legittima a dire che nella sua parte negativa è stato causato dal concilio. E’ falso, anche in questo caso, lasciarsi un poco suggestionare dal noto sofismo post hoc ergo propter hoc: certe cose sono avvenute dopo il concilio, quindi la causa, la colpa è del concilio.

Questi mali del secolo oppure, diciamo più genericamente e più cautamente, alcune delle caratteristiche fondamentali della struttura sociale, politica, economica, culturale del mondo attuale sono tutte anteriori nettamente e talvolta di decenni al concilio. Il concilio non c’entra per niente nell’averle determinate, semmai si potrebbe vedere in una parte positiva come anzi il concilio è stato proprio provvidenziale perché in molti punti ha preparato o ha posto alcune premesse fondamentali di rimedio a questi mali, anziché causarli li ha in certa misura attenuati o potrebbe attenuarli se noi sapessimo applicare il concilio con fede e con grazia.  

Giuseppe Dossetti, 8 gennaio 1986

(Nella foto il card. Lercaro, papa Giovanni XXIII e Giuseppe Dossetti)