40 All’udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». 41 Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42 Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». 43 E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. 44 Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui.
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Oggi il Signore ci dice di due reazioni diverse davanti alle sue Parole, in particolare quelle che ha detto nei versetti immediatamente precedenti sulla fede, sulla sete e sulla sovrabbondante ricchezza della vita di fede: fiumi d’acqua viva! Il tutto nel dono dello Spirito, cioè del dono che Dio fa di Sè stesso! La vita divina in noi poveri umani fragili e feriti!
La prima reazione è quella di un riconoscimento pieno e diretto. Le Parole che Lui dice lo rivelano come “il Profeta” e “il Cristo”. Non sembra ci siano differenze grandi tra i due “titoli”. Forse si può dire che il Profeta è riferito più marcatamente ad una indicazione di tempo, di tempo ultimo; “il” Profeta dice infatti l’Ultimo Profeta, la chiusa del tempo della profezia e il suo adempimento. Il Cristo dice il tempo finale come il tempo della piena comunione con Dio e il tempo della Pace. Quindi la vita nuova, come era profetizzaata e come Gesù annuncia, realizza e mostra nella “vita nuova” che Egli dona al credente e mostra in tanti modi al lontano e nel lontano ama riconoscere.
La reazione “negativa” alle parole di Gesù ai vers.41-42 mi colpisce perchè si tratta di una “citazione” della Scrittura. Con prudenza mi chiedo con voi se non possiamo qui cogliere una diversità di atteggiamento e di evento. La prima frazione di gente lo ha semplicemente e direttamente ascoltato. La seconda cita le Scritture. Non che questo sia sbagliato, ma forse non è il modo pieno e privilegiato del rapporto con il Signore. Il modo pieno resta l’ascolto nella fede. E questo “ascolto” è per l’ebreo, ma anche per il cristiano, la preghiera! La preghiera è silenzio per ascoltare e anche silenzio per lodare, e anche silenzio per celebrare!
Penso a fratelli e sorelle che ci sono cari per questo. Penso a S.Francesco d’Assisi. E anche a S.Teresa del Bambino Gesù! Penso al loro avere nel cuore e sulle labbra, come spontaneamente, la Parola di Dio. Persone come loro non citano la parola, ma semplicemente la parlano, perchè la Parola di Dio è diventata la loro parola!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La gente riconosce in Gesù il Profeta, il Messia. Dicendo “il Profeta”, tutti dovevano pensare a quel profeta degli ultimi tempi, che Mosè aveva annunciato e anche prefigurato. Più dubbiosi sono quelli che ritengono di conoscere le Scritture e le citano. Non sarà un richiamo anche per noi, che “pratichiamo” le Scritture ogni giorno e crediamo di “saperne”? La fede e la comunione con il Signore sono un’altra cosa…
Le divisioni e i dibattiti sulla persona di Gesù sono frequenti in Giovanni. Sembra di dover accettare che vi siano, perchè la parola del Signore provoca divisioni, e la molteplicità di pensieri e opinioni. Però, rimanere così, ostinatamente, nella propria opinione, non è fecondo, non porta a niente. Anche Natanaele, obbiettò a Filippo che lo chiamava, con un argomento simile a quello che oggi propongono i farisei sull’origine del Messia. Però, Natanaele alle parole di Filippo partì e si mosse verso Gesù, e ascoltando le sue parole arrivò a credere in Lui. Il testo di oggi ci mostra ancora che “se uno non è attirato dal padre, non può venire a Gesù”. Anche la stessa Scrittura può essere un ostacolo se la si prende come una conoscenza della “lettera” e non dello Spirito, che essa contiene e comunica, e con fede. E diventa un ostacolo la nostra presunzione di conoscere le Scritture e bloccarle nella nostra comprensione, rifiutando di andare e ascoltare la voce viva di Gesù. E’ necessario accogliere questo mistero: bisogna entrare nella fede in Gesù, ed allora le Scritture in modo luminoso ci illuminano sulla sua persona.