24 In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. 25 In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. 26 Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, 27 e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. 28 Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce 29 e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 30 Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E’ molto netto, senza condizioni e limiti, quello che Gesù ci dice al ver.24. Sembra di dover pensare che, qualunque sia la condizione di vita di una persona, l’ascolto della parola di Gesù e la fede in Colui che lo ha mandato, è passaggio dalla morte alla vita, e quindi dono della vita eterna e sottrazione totale dal giudizio. E’ un versetto da imparare a memoria, molto importante da ricordare quando un certo “assedio etico” rischia di riconsegnare a ciascuno di noi e alle nostre deboli forze il nostro destino. Invece, è proprio il peccatore che con più determinazione può e deve pensare questo. Altrimenti il rischio farisaico – mi salvo per conto mio con la mia ineccepibile condotta – è la porta aperta verso un “ateismo pratico”, di fatto inevitabile: se non ho bisogno di essere salvato, che cosa importa che ci sia Dio? Tutte le “religioni” sono esposte a questo pericolo. Anche il cristianesimo lo è se non tiene al centro questa certezza.
Il ver.25 conferma e approfondisce tutto questo, affermando che che ad ascoltare non sono persone in condizione “neutrale”, ma sono “i morti”! I morti sono quelli per cui non c’è più niente da fare! Ebbene, sono questi morti non fisicamente ma nella sostanza della loro vita, sono quelli che si trovano nell’abisso della disperazione, sono loro che, per pura grazia, “udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno”. Evidentemente si tratta di quel “ascoltare” in senso forte che implica adesione totale, radicale cambiamento delle proprie prospettive di vita, abbandono senza riserve a quello che la Parola dice. Come chi sta per annegare si attacca con tutte le sue forze alla corda che gli viene gettata. Ma anche come chi riceve nella sua invalicabile prigionìa una visita e una notizia di libertà e di luce! E’ quella “Buona Notizia” che spesso sembra mancare sia nella nostra vita personale e famigliare, sia nel cammino della comunità cristiana.
A motivo della loro piena comunione e della assoluta consegna dell’uno all’altro, come “il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso”, dice il ver.26, e, come vedevamo già nei versetti precedenti, “gli ha dato il potere di giudicare”. Infatti, essendo Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, Gesù è la perfezione di questa vita divina donata all’umanità. Per questo la sua stessa Persona, la sua Parola e la sua Pasqua, sono il giudizio del nostro incontro e della nostra accoglienza del dono della Vita.
I vers.28-29 ci parlano del giudizio finale, della risurrezione finale. La prima risurrezione ci è donata con l’annuncio del Vangelo di Gesù, l’ultima è il giudizio su come abbiamo accolto tale dono. D’altra parte, l’assoluta giustizia del giudizio esercitato dalla persona di Gesù è garantita dalla sua assoluta consegna alla volontà del Padre. Così il ver.30.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Chi ascolta la mia parola…, ha la vita eterna…”. Stiamo ascoltando in questo capitolo che Dio ha un’attività fondamentale, quella che lo qualifica e lo definisce: dare vita, comunicare la sua vita. E’ un Dio vivificatore (e pensare che noi abbiamo dato tanta importanza alla “mortificazione”, che è l’opposto, e quasi assente nella Parola di Dio!). E Gesù, che compie le stesse opere del Padre suo, ha sempre comunicato vita e garantisce “vita eterna” a tutti noi. Come sappiamo, è una vita eterna per la sua qualità, più che per la sua durata: essendo una vita indistruttibile, è eterna anche nella durata… E’ un dono che illumina e trasforma tutta la nostra vita…