16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17 Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21 Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
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Mi piace provare a scrivere qualcosa su queste parole infinite, mettendo in evidenza un’apparente contraddizione che illumina ulteriormente lo splendore di quello che oggi il Signore regala alla nostra preghiera e alla nostra vita. L’affermazione del ver.16 – “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito…” – sembra porsi in aperto contrasto con quello che Giovanni scrive nella sua Prima Lettera: “Non amate il mondo, nè le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui…”(1Gv.2,15). Questo “mondo”, con tutte le sue terribili strutture di pensiero, di ingiustizia codificata, di religioni giustificanti la violenza del potere…, questo “mondo” Dio lo ama, al punto che l’invio del Figlio tra noi è la prova suprema ed evidente di tale amore. Questo mondo che non si deve amare perchè l’amore per il mondo è in contrasto insanabile con l’amore di Dio, ebbene l’amore di Dio lo visita, lo riempie e lo avvolge con il sacrificio d’amore del Figlio! Certo, è chiaro! L’amore di Dio non è un amore che adora l’idolo e il peccato. L’amore di Dio libera dall’idolo e da ogni male. Però resta quindi certo che la condizione del mondo non ha come come conseguenza un semplice giudizio di condanna, ma l’intervento divino per la salvezza del mondo stesso. Questo è decisivo per comprendere l’agire divino e l’atteggiamento che Dio chiede a noi.
La salvezza del mondo è interamente connessa con la nostra fede. Salvezza del mondo e salvezza nostra sono in assoluta connessione. Consideriamo con grande attenzione i vers.17-18. Il Figlio è stato mandato “perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in Lui non è condannato..”. E notate che chi “non è condannato”, è in realtà un peccatore, assolutamente bisognoso di salvezza. E non viene condannato perchè “chi crede in Lui non è condannato”!
E l’evento è di tale forza e potenza, che lo stesso giudizio diivino non è un evento della “fine”, o meglio lo è perchè il Vangelo è veramente “la fine”. La presenza tra noi del Figlio è la fine della storia. Il giudizio è operato dunque semplicemente dalla nostra fede-non fede. Riascoltiamo il ver.18: “Chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato perchè non ha creduto…”. E in che cosa consiste la condanna? Mi pare, nel fatto stesso dell’autoescludersi dal Vangelo della salvezza.
Notate come tutto questo è confermato e illuminato ulteriormente dal ver.19. Il giudizio divino è dato dal fatto stesso che, in Gesù, “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perchè le loro opere erano malvagie”. A me piace ritornare spesso ad un’affermazione tratta ancora dalla 1 Lettera di Giovanni: “Se diciamo di essere in comunione con Lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi…”(1Gv.1,6). Ma quando spiega come si cammina nella luce, scrive: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati…Se diciamo di non avere peccato, facciamo di Lui un bugiardo e la sua parola non è in noi” (1Gv.1,8-10). Confessare i peccati è camminare nella luce, e cioè accogliere incessantemente il “giudizio” del Vangelo.
Infatti, “chiunque fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perchè le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità VIENE VERSO LA LUCE..e, appunto, viene verso la luce confessando i suoi peccati. La Chiesa stessa, intesa nella sua concreta fisionomia storica, è “santa” se e perchè, incessantemente illuminata dal Vangelo, incessantemente confessa i suoi peccati. Si è “santi” solo perchè si è “salvati”. Come vedete, ho continuamente “ricopiato” il Vangelo. E’ che queste parole negli anni sono diventate per me le parole più importanti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.