Massimo ToschiClub G. Dossetti
PARROCCHIE DELLA DOZZA, SANT’EGIDIO,
SAMMARTINI, CASELLE, RONCHI-BOLOGNINA

Di seguito diamo un breve resoconto e la registrazione audio del secondo incontro sul tema:
LASCIAMOCI PRENDERE DALLA “GIOIA DEL VANGELO”
4 INCONTRI SULLA “EVANGELII GAUDIUM” DI PAPA FRANCESCO
(Scarica foglietto illustrativo o vai all’articolo con il programma degli incontri)

Incontro di Domenica 23 marzo con Massimo Toschi
Sono stati trattati i paragrafi 60-109 dell’esortazione “Evangelii Gaudium”:
– Le sfide culturali, le tentazioni ecclesiali

Registrazione audio dell’incontro (file mp3)

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Breve resoconto della relazione di Massimo Toschi:

La preghiera fatta dal Papa con Luigi Ciotti giovedì scorso: assunzione fortissima del tema delle vittime. Il problema delle vittime è il non essere conosciute, riconosciute dalla storia. Il nome delle vittime: uno “Yad va Shem” italiano. Così un Papa non l’aveva mai fatto. Qui siamo già oltre la Evangelii gaudium.
La Evangelii gaudium: a me è toccata una parte non bella. Il papa stesso ne è consapevole: “non ho voluto offrire un’analisi completa” (par. 108).
Testi più belli e forti, sicuramente scritti da lui: messaggio per la Quaresima e messaggio per la Giornata mondiale dei giovani. “Il Signore vuole una Chiesa povera che annunci il Vangelo ai poveri”. “Vuole”, non lui, ma il Signore!
Il papa non chiede un rinnovamento agli altri, alla Chiesa, ma cerca di rinnovarsi lui per primo (il rinnovamento del papato).
Il Concilio è citato al n. 84: i “profeti di sventura” del discorso di apertura di Giovanni XXIII (11-10-1962). Al n. 36 aveva citato la “gerarchia delle verità” dell’Unitatis Redintegratio (n. 11), per dire che non tutto della dottrina ha la stessa importanza.
Al n. 94 parla del rischio del “neopelagianesimo” (nel 1946 ne aveva già parlato Giuseppe Dossetti), cioè della fiducia in se stessi, nell’attivismo nella vita della Chiesa, insieme con il rischio dello “gnosticismo”, dove interessa solo una propria soggettiva esperienza e una serie di conoscenze.
Al n. 83: “la più grande minaccia, che è il grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa… la psicologia della tomba, che a poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra… il più prezioso degli elisir del demonio”.
Domenica scorsa aveva consigliato di tenere tutti con sé un vangelino e di aprirlo continuamente.
La parte più debole del documento, debitrice di altre mani: al n. 64 si parla di relativismo, ma questo interessa poco ai bambini siriani, alle vittime della storia.
In una formula sintetica e conclusiva, questo Papa vuol dare alla Chiesa la “forma del santo vangelo” (espressione tratta dal Testamento di San Francesco).

Giovanni Nicolini

Vivo in questi giorni con un certo imbarazzo la benedizione delle case. Avverto che la “forma” di questa usanza non corrisponde più ai tempi, che sono molto mutati.
Mi confesso frequentemente, ma vedo che c’è una crisi di questo sacramento: non si è fatto molto per un suo rinnovamento a partire dal Vangelo. Si continua con l’elenco dei peccati. È quello che Massimo dice della “forma del Vangelo”.

Massimo Toschi

Quando in cinque andammo a Tibhirine in Algeria, a visitare il monastero dove vivevano i sette monaci che sono stati uccisi, celebrammo l’Eucaristia. È il Signore che fa e cambia la nostra vita. In un anno è cambiato il mondo: non è più al centro la Chiesa, ma il Vangelo, i poveri, le vittime.
Conta la confessione, ma più ancora la conversione, il cambiamento della vita. Al n. 27 dice: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa… ogni struttura ecclesiale… “.
Ho insistito molto sul tema dell’Italia, ma quanto ho detto vale per tutti, anche per la Cina. Il Papa ha scritto al Presidente cinese e questi gli ha risposto. Oggi viviamo un tempo di gioia nella Chiesa: pensiamo alla prossima canonizzazione di Papa Giovanni.
Nella crisi di Cuba Papa Giovanni parlò di un grido che veniva dalle madri, dai bambini, dalle vittime.

Giovanni Nicolini

Torno sulla confessione: è un avvenimento in cui qualsiasi peccato viene perdonato. Come regalo di compleanno, pochi giorni fa, ho chiesto che in questo mio ultimo anno come parroco della Dozza la parrocchia sia governata dalle donne. Il loro primo passo è stato di decidere che si celebrasse una Messa il Giovedì Santo al carcere della Dozza, al mattino (così chiede la Direttrice del Carcere).
Provare a rischiare strade nuove.
Ringraziamo molto Massimo, che ci ha fatto passare una bella domenica pomeriggio.
Domenica prossima avremo quello che ai tempi del Concilio era il più giovane dei padri conciliari, che è rimasto l’ultimo vivente, Mons. Luigi Bettazzi.