profughiVedo tante persone che, come lei d.Giovanni, si dedicano con affetto a chi arriva nella nostra Bologna come straniero, come fuggiasco, come affamato e come povero. Anch’io nel mio niente, nella caritas della mia parrocchia, provo a fare qualcosa. Però ogni giorno mi viene in mente che, per quanto facciamo per loro, non siamo con loro e non siamo di loro. Mi sembra che il Signore ci chieda di fare quello che lui ha fatto per noi venendo in questo mondo come uno qualsiasi.

Il suo bellissimo messaggio, caro amico, mi è rimasto nel cuore, l’ho in qualche modo reso presente anche commentando il Vangelo, e adesso mi piace pubblicarlo per i nostri amici della Domenica sul Carlino. Certo, bisognerebbe anche “essere con loro”, “essere uno di loro”. Questa mattina, e ne ho poi parlato a Messa, mi veniva in mente quando quasi settant’anni fa, scolaretto di seconda elementare nel primo dopoguerra, a fine mattina uscivo da scuola con i miei compagni, ma molti di loro restavano a scuola perché nei corridoi c’erano delle tavole dove veniva portata una minestra. Mi faceva impressione che per la minestra non c’erano dei piatti, ma delle scodelle metalliche che “suonate” dai cucchiai erano un’orchestra fragorosa. Io ero contento di scappare a casa con mio papà che mi veniva a prendere. E una volta a lui ho raccontato di queste scodelle e della minestra, e lui mi ha risposto dicendo che in quel momento il Signore si era messo a mangiare con loro. “E non sarà anche con noi?” gli ho chiesto io. “Forse farà una scappatina anche da noi, ma per lui questi compagni sono più importanti perché mangiano la minestra nelle scodelle di latta”. Vede, caro amico, in settant’anni quella distanza dalle quelle scodelle e da quella minestra non l’ho ancora coperta. Mi sembra di voler bene alla povera gente, ma, come dice lei, dobbiamo sperare e cercare di essere anche con loro, e di loro. Il Figlio di Dio ha fatto così.  Ogni occasione di amicizia, fino a poter cenare insieme, è un grande regalo. In questo momento, la tavola a cui mangio è un po’ allargata e più popolata di prediletti di Dio. Se può, una volta venga a cena. È forse un piccolo segno di quello che dovremmo fare sempre con tutti. Buona Domenica, a lei e a tutti gli amici del Carlino.

Giovanni della Dozza.

Domenica 28 Febbraio 2016.