7 A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. 8 Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. 9 Ma che significa la parola «ascese», se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10 Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose.
Seleziona Pagina
Dopo aver sottolineato con enfasi il dono e il mistero dell’unità ai vers.1-6, Paolo conferma nel nostro brano che questa unità non è uniformità, ma comunione di diversità. E tali diversità non sono quelle legate alla personalità e alle caratteristiche psicofisiche di ogni persona, ma risalgono a Dio stesso. Questo è molto importante perchè esalta quello che fin dal principio è stato fatto e rivelato da Dio: fin dalla creazione dell’uomo e della donna, e ancora prima con la creazione di questa creatura umana, certamente diversa da Dio, ma fatta a sua immagine e somiglianza, e chiamata ad essere con Dio in comunione privilegiata. La Lettera agli Efesini ha esaltato per questo il mistero e la persona di Gesù Cristo come “la nostra pace..”(Ef.2,14), quello che è venuto a fare dei due – giudei e pagani – un popolo solo. La riconciliazione, la pace e quindi l’amore, sono sempre l’incontro e la comunione di diversità, dove ogni vicenda d’amore celebra il grande amore di Dio per la creatura umana, e, ancor più, nella sostanza di tutto, il mistero del Dio trinitario, Padre, Figlio e Spirito Santo. Perdonate se insisto su questi pensieri, ma oggi questo mi sembra molto importante ricordare, sia per l’incontro-confronto con le altre fedi religiose, sia per il tema-problema generale della pace, sia per tutte le problematiche legate alla comunione e alla diversità.
Il ver.7 dice che il dono di Dio è da Lui elargito secondo modalità e misure diverse. Anche quindi il fatto che “ognuno è quello che è” risale alla fine a Dio stesso. Anche questo è molto importante, perchè promuove una riflessione sulla condizione umana che conduce sempre a considerare come certe valutazioni terrene siano lontane dalle misure e dalle elezioni divine, e aiuta ogni persona a scoprire e a lodare l’eredità che ha ricevuto dal Signore:”Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità”(Salmo 15(16),6).
La citazione del Salmo 67(68),19, annuncia che la piena signorìa del Cristo nella sua Ascensione alla Destra del Padre è la fonte di tutti i doni dello Spirito Santo. Il Testo qui non dice che Egli ha portato con sè prigionieri, ma che “..ascendendo in alto ha portato prigioniera la prigionìa..”! E’ la liberazione piena e definitiva dell’uomo dal Male e dalla Morte. Proprio perchè con questa liberazione ha creato la vita nuova, il Signore “ha dato doni agli uomini”. Questi doni di Dio sono il segno della vita divina che ci stata data.
Il ver.9 ci ricorda peraltro che questa ascensione è propria di Colui che “era disceso quaggiù sulla terra”. Veramente il testo dice che “è sceso nelle parti inferiori inferiori della terra”; e forse in questo allude a quella “discesa agli inferi” annunciata da 1Pietro 3,19, che esprime la suprema immersione del Figlio di Dio nell’abisso della negatività della vicenda umana, quegli “inferi” nei quali Egli porta il Vangelo della sua persona e della sua opera di salvezza universale. Giovanni 3,13 esprime con molta chiarezza questo pensiero. Ricordiamo con gratitudine il canto cristologico di Filippesi 2,6-11, dove l’ascensione di Cristo è vista come gloria della sua obbedienza al Padre, obbedienza che lo ha portato sino alla morte e alla morte di croce:”..per questo Dio lo ha esaltato..”. Con questo suo discendere il Cristo ha visitato ogni infermità e ogni infima bassezza della creazione e della storia, e quindi ascendendo alla destra della potenza del Padre può effondere sulla realtà da Lui redenta la potenza luminosa del suo Spirito.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Grazie Signore del Dono di Te!
Aiutaci a comprendere, nella nostra piccolezza, i tuoi grandi doni per noi.
Insegnaci a donare qualcosa di noi agli altri, non il superfluo, ma l’Amore, come tu hai fatto con noi.
“Benedetto il Signore sempre;
ha cura di noi il Dio della salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva;
il Signore Dio libera dalla morte.”
Salmo 67
Quelle nostre diversità che facciamo così fatica ad accettare, dunque risalgono a Dio stesso. Forse, sono una pallida descrizione del volto stesso di Colui che – come si diceva ieri – è in tutti e opera attraverso tutti. – Nei versetti odierni, che vengono riproposti nella liturgia della Ascensione, mi è sempre sembrato un po’ oscuro il senso di questo salmo citato e anche modificato da Paolo. Leggo nei commenti che a Paolo interessano soprattutto due elementi: “ascese” e “diede doni”. Colui che è asceso ed è stato insediato alla destra del Padre, è – per ciò stesso – Colui che effonde doni sui credenti. Dopo aver condiviso lui la nostra povertà, ora ci fa condividere la sua ricchezza.