Il "peccato originale" è stato il colossale tentativo da parte dell’uomo di "rubare" a Dio la sua divinità. "Dio sa che diventerete come lui", aveva suggerito il serpente offrendo il frutto proibito. Era una balla! Tutto si è risolto in un clamoroso fallimento: perdita del giardino terrestre, rapporti difficili tra l’uomo e la donna, invidia omicida tra i fratelli, dolori del parto e fatica nei campi…Ma quella sete ci è rimasta addosso: diventare dio! almeno un divo del pedale; o una dea della bellezza; un divo del cinema!

Ma la sete di divinità invade spazi più pericolosi: il denaro, il potere, la scienza…E’ una strana sete che mai si estingue. Anche in questa domenica: " se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra di diventare pane…gettati giù di qui!" Ma il giovane rabbino di Nazaret reagisce alla tentazione della sete di grandezza rivendicando per Sè un privilegio strano e straordinario: l’amore.

Non ha sete e non vuole vincere nè conquistare niente perchè è pienamente appagato dall’amore di cui suo Padre lo circonda e lo riempie. Per lui essere Figlio di Dio non è sprone verso grandi imprese e straordinarie conquiste, ma esperienza gioiosa di una relazione d’amore che porta in sè ogni bene desiderabile. In questo orizzonte nuovo della storia, non c’è più bisogno di impadronirsi di Dio per diventare Dio. Lo si diventa – si diventa figli di Dio! – perchè Lui ci conquista per donarci tutto di Sè. Non c’è bisogno di salire verso Dio, perchè Lui scende fino a noi. Non c’è più bisogno di vincere, perchè adesso si è salvati.

Nella lingua ebraica della Bibbia, non c’è la parola "vittoria", e al suo posto c’è la parola "salvezza". E’ finita la stagione degli eroi e dei superman, perchè Dio si è tutto raccolto nella persona piccola di Gesù per abitare in ogni uomo e donna della terra. Dio non è più lontano! Oggi Paolo dice che la sua Parola è sulla tua bocca e nel tuo cuore.

La prospettiva necessaria è dunque la pace. E non la pace come sospensione della guerra, o la pace cimiteriale imposta dal vincitore, ma la pace come comunione d’amore dove ciascuno è per l’altro il segno e la presenza dell’amore di Dio: "Lavatevi i piedi gli uni gli altri". Ognuno ha bisogno dell’altro e ognuno è prezioso per l’altro. Con Gesù non si fanno più marce trionfali per le vittorie dei grandi, perché ognuno ha finalmente scoperto la sua povertà e insieme ha sperimentato il calore di una mano paterna, materna e fraterna. "Rendimi la gioia della tua salvezza" canta la preghiera di Davide.

Ed è oggi la gioia riconoscente di quel contadino ebreo che nella prima lettura della messa arriva con la sua cesta di primizie della campagna per ringraziare il Signore di tutto il bene che ha ricevuto. Festeggiamo anche noi l’inizio della Quaresima riconoscendo tutto il bene che riceviamo da Lui e dal nostro prossimo. Buona Domenica. d.Giovanni.