E’ bello averti incontrato lungo la strada. Le tue omelie mi danno sempre una grande serenità e dolcezza. Poi mi ritrovo col mio io e dopo aver fatto la comunione perchè è proprio un invito a cui non debbo mancare,mi guardo,mi ascolto e mi dico si, queste cose si possono capire e anche vivere SOLO se c’è all’origine una grande e misteriosissima fede.Io non ce l’ho. Il Cristo con tutto il suo mistero più profondo ,con la Pasqua appunto,rimane lontano ,mitico: E quasi mi stupisco che si possa parlare con tanta naturalezza di un mistero ancor più grande di quello di Dio padre. Ciao Giovanni. Grazie per il tuo sorriso. dal messaggio di un’amica

Mia cara, forse non ci vedremo alla Messa delle Palme. Probabilmente io celebrerò alla Dozza , dove tu non vieni, perchè ami la nostra vecchia chiesa della campagna. Ma anche tu sarai – e saremo insieme – ad accogliere questo povero Gesù che tu dici "lontano, mitico", un "mistero ancor più grande di quello di Dio padre". Eppure gli vai incontro con simpatia. E con la tua attenzione piena di domande, come i tuoi occhi. Mi permetto di darti un piccolo consiglio che forse potrà essere di qualche utilità anche per altri amici , miei fratelli in questa "chiesa del dubbio", che amo e sento così importante nella mia vita di prete matto. Il consiglio prende le mosse e la forza da quattro belle serate, nella quali gli amici della parrocchia, quelli che si trovano ogni settimana nei gruppi del Vangelo, hanno "raccontato" con grande passione le liturgie che ci aspettano, dalle Palme di oggi sino alla grande Notte della veglia e della luce. Li ho ascoltati affascinato come un bambino che preferisce ascoltare le fiabe che già conosce, dove l’antico che già è noto s’incontra con il nuovo di sempre ulteriori scoperte. E la liturgia è proprio così: una fonte perenne. Allora dico a te: vagli incontro con attenzione affettuosa e ingenua. Osserva i suoi gesti e ascolta quello che dice. Con semplicità. Lasciati sedurre dal suo fascino! Tienti lontana dalle domande che ti riconsegnerebbero a dubbi astratti. Gioisci della sua presenza senza chiederti subito chi Lui sia. Lascia che questo te lo dicano i prossimi giorni nel loro dispiegarsi semplice e grande. Sai bene come la gente della nostra Parrocchia ci sappia fare: non solo i ministri "ufficiali", ma proprio la gente. Per come ascolta, per come si unisce ai gesti e al canto. E facciamo una scommessa, noi due: che alla fine non mi dirai più che questo Gesù è mitico e lontano. E’ vicinissimo ed è una persona del tutto nuova. Ma vicino, appunto: a quello che cerchiamo e desideriamo per noi e per i nostri figli. Sai che in queste occasioni accade sempre un miracolo: gesti e parole che hanno duemila anni sembrano fatti apposta per il duemilanove. E ancora un’altra bellezza: c’è posto per tutti. La Pasqua non è per un’aristocrazia dello Spirito e della mente. E’ proprio per tutti: anche per il traditore e il malfattore. E vedrai che piano piano terrai sempre più per Lui. Ti dispiacerà che lo tradiamo. Non vorrai che muoia. Sarai, venerdì pomeriggio, a piangere accanto a sua madre e alle altre donne. Ci sarà anche il discepolo amato di cui porto il nome. Forse ci vedremo la mattina di Pasqua: e tu sarai lì, come la Maddalena agitata e inconsolabile, perchè "hanno portato via il mio Signore e non sappiamo dove lo hanno posto". E piangerai fino a quando potrai esultare: quando Lui, il Risorto, ti chiamerà. Buona Pasqua a te e a tutti gli amici del Carlino.