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Benché prete ormai già da tre anni, ancora nel 1962 Giuseppe Dossetti non riusciva a staccarsi dalla politica italiana. È quanto emerge da un importante testo inedito su Chiesa e Stato, trascrizione di un lungo intervento a un convegno tenuto a Villa Cagnola di Gazzada, ora pubblicato dal Mulino col titolo “Gli equivoci del cattolicesimo politico” (pagine 254, euro 20), assieme a un’altra sua conferenza del 1957 su analogo argomento. Quell’intervento non fu però una sua iniziativa: Dossetti rispose infatti a un invito di monsignor Carlo Colombo, come emerge dalla corrispondenza tra i due pubblicata anch’essa in questo volume.
(Dall’articolo “Dossetti, dove sono i politici cristiani?” pubblicato su “Avvenire” di domenica 31 gennaio 2015).

– Link al video di presentazione su RAI Parlamento del 7-02-2015.

– Link alla presentazione di Giampiero Forcesi su C3Dem del 12-02-2015.

Titolo:
“Dossetti, Gli equivoci del cattolicesimo politico”
a cura di A. Barchi,
Editore: Il Mulino, Bologna 2015
Euro 20.

INDICE
– Introduzione, di Alessandro Barchi, 7
– Il cristiano e la questione politica. 25 aprile 1962, di Giuseppe Dossetti, 53
Appendici
– A. Cattolicesimo e laicismo nel mondo culturale-politico italiano. 7 settembre 1957, di Giuseppe Dossetti, 137
– B. Carteggio Dossetti-Colombo in preparazione al Convegno, 165
– Nessuno torna indietro. Dossetti e la crisi del cattolicesimo politico. 1956-1962, di Paolo Pombeni, 173
– «Siamo ancora molto indietro». Note su aspetti teologici e metodologici del discorso di Villa Cagnola, di Fabrizio Mandreoli, 223.

Note dalla 4^ di copertina:
Agli inizi degli anni Sessanta, la famosa «apertura a sinistra», giudicata dalle gerarchie ecclesiastiche contraria sia alla disciplina sia alla dottrina cattolica, sta invece giungendo a compimento. In tale contesto viene organizzato nel 1962 un convegno di studi sui rapporti tra stato e chiesa il cui sostanziale obiettivo è comporre le posizioni. Da Dossetti ci si attende che dia un contributo al rilancio della presenza dei cattolici in politica, senza che ciò metta in discussione il magistero ecclesiastico.Ma l’ex costituente, ormai divenuto monaco e sacerdote, spiazza tutti con un discorso radicale in cui afferma che  il compito primario del cristiano non è la costruzione di una sfera politica, né la difesa in quell’ambito di verità cattoliche generali, ma è la ricerca della via della testimonianza evangelica dell’alterità della fede. Fino a oggi inedito, quel fondamentale discorso dossettiano è ora riproposto per la cura cli Alessandro Barchi che con acribia filologica ne illumina la genesi. due saggi di Fabrizio Mandreoli e Paolo Pombeni lo inquadrano rispettivamente sul versante teologico e su quello storico, aiutando il lettore a comprendere a fondo questo singolare documento che il distacco di un leader del cattolicesimo politico dal mito novecentesco del rilievo della possibilità di una «democrazia cristiana».

Giuseppe Dossetti (1913-1996) è stato studioso, politico, membro dell’Assemblea.
Costituente, poi sacerdote e fondatore della comunità monastica di Monte Sole; fra le sue opere pubblicate dal Mulino segnaliamo «La ricerca costituente» (1994), «Grandezza e miseria del diritto della Chiesa» (1996), «Per una “chiesa eucaristica”» (2002), «Il Vaticano II» (2012).