2 Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. 3 Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della predicazione e possiamo annunziare il mistero di Cristo, per il quale mi trovo in catene: 4 che possa davvero manifestarlo, parlandone come devo. 5 Comportatevi saggiamente con quelli di fuori; approfittate di ogni occasione. 6 Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno. 7 Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tìchico, il caro fratello e ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore, 8 che io mando a voi, perché conosciate le nostre condizioni e perché rechi conforto ai vostri cuori. 9 Con lui verrà anche Onèsimo, il fedele e caro fratello, che è dei vostri. Essi vi informeranno su tutte le cose di qui. 10 Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni – se verrà da voi, fategli buona accoglienza – 11 e Gesù, chiamato Giusto. Di quelli venuti dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di consolazione. 12 Vi saluta Epafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il quale non cessa di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio. 13 Gli rendo testimonianza che si impegna a fondo per voi, come per quelli di Laodicèa e di Geràpoli. 14 Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema. 15 Salutate i fratelli di Laodicèa e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa. 16 E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. 17 Dite ad Archippo: «Considera il ministero che hai ricevuto nel Signore e vedi di compierlo bene». 18 Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi.
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Concludedosi la lettera ai Colossesi, mi sembra opportuna la preghiera del v.3: che “Dio ci apra la porta della parola” (com’è alla lettera) e “possiamo annunziare (nel nostro piccolo) il mistero di Cristo”. Mi piace anche l’auspicio del v. 6: “Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sale”, come dice il testo originale: sale di sapienza umana ed evangelica, che auguriamo per tutti.
La vita della comunità cristiana è quella di una grande famiglia.
E’ impressionante il posto primario della preghiera in questa vita famigliare. E sembra non vi siano “addetti” o votati speciali alla preghiera. E’ piuttosto forte invece il legame tra la preghiera e le persone e le circostanze. Al ver.3 Paolo chiede preghiere per sè, in riferimento al suo ministero. E’ molto bella l’espressione “la porta della Parola” (della “predicazione”, dice la versione italiana). Questa apertura della porta della Parola come grazia di Dio sottolinea con forza che non si tratta di decisioni e di forze che l’uomo trova in sè, ma sempre dono di Dio. Se Dio apre questa porta, non sono certo di ostacolo le condizioni difficili in cui tale vicenda si compie, come per esempio le catene della prigionìa nella quale si trova Paolo.
E’ molto interessante anche la menzione di “quelli di fuori”(vers.5-6), come interlocutori privilegiati ai quali riservare una cura speciale. Grazia e sapienza sono strettamente congiunte nell’attenzione di chi testimonia la fede, unita all’attenzione alle circostanze di tempo.
E’ parte della grazia del Vangelo la vita stessa delle persone e della comunità, perchè la vita dei cristiani è il farsi storia della Parola, nel dono di Dio e nelle difficoltà dei tempi e dei luoghi, e nelle caratteristiche proprie di ogni persona e di ogni vicenda. La vicenda stessa dell’Apostolo, e quello che di lui riferiscono quelli che sono per questo mandati alla comunità…sono principio di consolazione per i suoi fratelli e figli (ver.8).
Accanto a quelli che sono inviati anche come latori della lettera, ci sono quelli che Paolo ricorda ai Colossesi: Aristarco, Marco, Gesù chiamato Giusto, Luca il caro medico, Dema..ognuno e tutti sono importanti per qualcosa che particolarmente li caratterizza. Un posto speciale è quello di Epafra, come abbiamo visto all’inizio della lettera in 1,7. In quanto protagonista della predicazione evangelica ai Colossesi, sembra avere un impegno speciale di preghiera per loro (vers.12-13). Le lettere apostoliche sono da una parte indirizzate e dedicate ad un luogo e ad un tempo ben preciso, ma, essendo Parola di Dio, hanno un significato e una portata universale. Per questo, secondo il ver.16, ognuno e ogni comunità credente è destinatario di quelle parole, potenti nell’essere sempre e dovunque di piena attualità. Le lettere agli Efesini e ai Colossesi tali sono state per noi di Sammartini, della Dozza, di Gerusalemme, di Mapanda….e di tanti altri luoghi e cuori. Ci piace oggi farci accogliere da questa antica comunità cristiana e dai suoi figli, nella speranza di essere partecipi ed eredi dello stesso dono. E insieme a questi fratelli, insieme a tutti i nostri cari che ci hanno preceduto in questa storia, ringraziamo il Signore della misericordia e della pace, chiedendogli di prenderci per mano nella grande viaggio che domani, per grazia sua, inizieremo nella divina memoria del Vangelo secondo Marco.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui ho rivolto il mio grido,
la mia lingua cantò la sua lode.
Dio ha ascoltato,
si è fatto attento alla voce della mia preghiera.
Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.
Salmo 65
Grazie a don Giovanni che ci ha guidato ancora una volta in questa Parola, grazie a tutti voi!