Carissimo Roberto, questa volta il “messaggio” non è uno di quelli cui rispondo ogni settimana, ma sei tu! Ti conosco fin da quando eri piccolo, nella piccola borgata di campagna che ti ha visto nascere e crescere nella tua cara famiglia. Non voglio qui ripercorrere la tua vita se non nei suoi ultimi passaggi, per i quali sei stato chiamato a celebrare una Pasqua che non ha fine, nella Casa e nel Paradiso del Padre. Da molto tempo una malattia crudele e invincibile non poteva impedire che proprio per questo il tuo modo di pensare e di amare avesse preso una direzione sempre più forte non verso la morte ma verso la pienezza della vita.
Con tenacia stupefacente avevi intrapreso anche gli studi universitari, che si pensava non avresti potuto concludere. Invece, pur nell’imperversare del tuo male eri arrivato alla fine degli studi! Avevi confidato a Francesco, il tuo parroco, il desiderio di comperare le campane per la nostra piccola chiesa di S. Antonio, scomparse alla fine del conflitto mondiale. Volevi sentirle suonare dal tuo letto di malattia e dalla tua casa. Francesco aveva accolto il tuo desiderio: le campane avrebbero suonato per la festa di S. Antonio. E aveva disposto un allargamento della festa con la presenza del Vescovo per l’istituzione di un nostro fratello al ministero del lettorato e con la Cresima di un gruppo di ragazzini, tra i quali tuo nipote.
E all’improvviso era arrivata la notizia che potevi discutere la tua tesi di laurea. Così tre giorni fa, con molti che ti accompagnavano, e con grande tua fatica, sei andato a concludere il tuo percorso di studi. Intanto, però, avevi misteriosamente disposto anche il seguito: siamo tornati a casa per festeggiare la tua laurea.
Ma avevi già disposto di farti portare all’ospedale. La grande spossatezza di quella sera si è trasformata durante la notte nella fatica dell’agonia. Siamo venuti a trovarti e a benedirti la mattina dopo, e al pomeriggio il Padre ti ha chiamato a Sé. Francesco ha disposto che la festa sarà per questo ancora più bella. E tu sarai avvisato e chiamato dal suono della tua campana. E noi sapremo che la campana suonerà per gli Angeli e i santi e particolarmente per S. Antonio. Ma quel giorno tutti sapremo con dolore e gioia “per chi suona la campana”.
Buona Domenica. Don Giovanni 1 aprile 2012
Carissimo Roberto non ti conosco ma sento di dire che la tua non e’ una storia di morte ma una storia di vita, intensa , terribile ma bellissima ! Hai incontrato il dolore come tanti, ma hai fatto del tuo cammino umano un cammino pasquale ,difficile ma redento . Sei un testimone dell’Amore che non muore mai e un esempio luminoso in un mondo che e’povero di speranza.