…Ho saputo che anche quest’anno a Napoli gli artigiani e i commercianti della città hanno aggiunto nuove statuine di attualità al presepio. A me piace di più il presepio tradizionale, con le figure descritte dal vangelo o almeno quelle antiche nella nostra tradizione……Un appassionato di presepi.

Anch’io sono appassionato di presepi, anche se da molti anni non lo preparo più personalmente. Ho vicino persone bravissime e ugualmente appassionate e il mio godimento è osservare ogni anno le novità che vengono introdotte, magari proprio per recuperare anche le "antiche tradizioni" che lei preferisce di fronte alle modernità di ogni anno dei napoletani. Anch’io non metterei certe statuine nel mio presepio, però guardo con simpatia a questi tentativi, al di là dei loro intenti commerciali. Quello che del presepe napoletano amo di più resta infatti il numero sconfinato dei personaggi. Anni fa un caro amico, direttore del Mattino, il quotidiano partenopeo, mi regalò l’album fotografico di tutte le figure di in celebre,antico presepe napoletano. Le ho tutte montate per appenderle: c’è veramente di tutto! Al punto che certune le ho un po’ nascoste nell’ombra o dietro qualche tenda, perchè si arriva quasi alla pornografia. Resta però bello, e soprattutto importante, che sia vivo il desiderio di questa "universalità" del presepio che a Napoli porta a Betlemme anche il "feroce saladino". "Il Verbo si fece carne", e la preziosità di questa irrinunciabile affermazione dice la volontà divina di rendersi presente in tutto il fenomeno umano, prima e al di sopra di ogni diversità, estraneità e inimicizia. Scherzando, mi capita di chiedere a qualcuno se ha già messo nel suo presepio la statuina della "cognata", quella che magari da anni non viene più messa nel presepio del cuore, ma che quest’anno sarebbe bello riammettere con affettuosa condiscendenza e pazienza. Non si può disgiungere il presepio dalla pace, quella che è nei cieli e ora scende sulla terra, e non più come una volta, quando si diceva che veniva data agli "uomini di buona volontà", ma come dice veramente il vangelo, agli uomini che Dio ama. E li ama proprio tutti. E’ venuto per dare la sua vita per tutti. Nessuno dei Vangeli canonici parla della presenza del bue e dell’asino, ma solo gli scritti apocrifi. Però è stata una presenza importante fin da principio, quando i nostri padri hanno visto nelle figure dei due animali gli ebrei e le genti, finalmente riconciliati intorno al Figlio di Dio. Più tardi, ai tempi di Francesco d’Assisi, il grande "inventore" del presepio,il bue e l’asino divennero nello splendore del Natale di Greccio, i cristiani e i "saracini", come allora si chiamavano i figli dell’Islam, e Francesco cantò come Diacono il Vangelo del Natale, sottolineando il rilievo dei due animali-simbolo nella composizione del suo presepio vivente.Speriamo che dappertutto, con figure classiche o novità folcloristiche, e soprattutto nei nostri cuori, il presepio sia occasione e segno di una ritrovata pace e comunione dei cuori. Buon Natale d.Giovanni.