11 Dio intanto operava prodigi non comuni per mano di Paolo, 12 al punto che mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano. 13 Alcuni Giudei, che erano esorcisti itineranti, provarono anch’essi a invocare il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: «Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica!». 14 Così facevano i sette figli di un certo Sceva, uno dei capi dei sacerdoti, giudeo. 15 Ma lo spirito cattivo rispose loro: «Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?». 16 E l’uomo che aveva lo spirito cattivo si scagliò su di loro, ebbe il sopravvento su tutti e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite. 17 Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e i Greci che abitavano a Èfeso e tutti furono presi da timore, e il nome del Signore Gesù veniva glorificato. 18 Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche di magia 19 e un numero considerevole di persone, che avevano esercitato arti magiche, portavano i propri libri e li bruciavano davanti a tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e si trovò che era di cinquantamila monete d’argento. 20 Così la parola del Signore cresceva con vigore e si rafforzava.
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La grande delicatezza e la grande rilevanza del tema che oggi la Parola di Dio ci offre, è reso evidente dalla pericolosa vicinanza che viene stabilita tra l’esorcismo e la magìa. Se il primo è solo manifestazione della potente bontà del Signore che salva, la seconda è l’espressione della potenza dell’uomo sulle forze della natura, l’uso “magico” delle parole e delle creature. Può essere utile andare al testo di Matteo 12,27, dove si pone il problema delle forze che stanno dietro a queste manifestazioni: Dio stesso per quello che riguarda l’opera di Gesù, e, qui, di Paolo; il Satana, nelle opere e nei prodigi della magìa.
Le Scritture non liquidano la magìa come una menzogna, ma la proibiscono come ambito di azione potente del Male, capace di operare prodigi che stupiscono e seducono. Il problema molto delicato che si pone per noi oggi è quello di chiederci se anche i “prodigi” della scienza possono sconfinare nell’orizzonte della magìa. La luce che può orientare questa problematica difficile è ancora una volta la Parola di Dio. Solo la Parola è in grado di svelare quando l’azione umana si autodivinizza, e allora diventa usurpazione e inganno, o quando serve al mistero stesso dell’uomo come creatura eletta e fatta ad immagine e somiglianza del suo Creatore.
La gloria di Dio e la vita dell’uomo sono i riferimenti privilegiati di tale questione. IL nostro tempo, con tutto il rapido crescere del progresso della scienza e della tecnica, è immerso in questo problema. Gli stessi temi delicatissimi della bioetica sono dentro a queste problematiche. Nella difficoltà, viene scelta la via di una coerenza con il dato razionale che si pensa di poter sempre discernere in ogni questione. Ma si tratta di una luce spesso molto debole, e in ogni modo assai meno sicura di quello che si penserebbe e si spererebbe. Dunque solo la preghiera e la riflessione nella Parola di Dio resta per il credente la strada maestra. Stiamo cercando la gloria di Dio o la potenza idolatrica dell’uomo? Stiamo cercando la salvezza dell’umanità a partire dai più piccoli e diseredati, o affermiamo l’autoidolatria dell’uomo nella sua pretesa di costruire una torre fino al cielo? E infine e soprattutto: custodiamo e facciamo fiorire il mistero del Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo, obbediente al Padre ed esaltato dalla sua Pasqua di morte e risurrezione?
E’ interessante che al ver.19 si parli di questo rogo di libri di magìa. Interessante, ma, bisogna dirlo, anche “pericoloso”: il più delle volte questi roghi si sono fatti non per significare la luce della Parola di Dio, ma per esaltare un nuovo idolo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
v.11: “Dio intanto operava prodigi non comuni per mano di Paolo”. Come ci poniamo davanti al bene che facciamo? Opera nostra o opera di Dio? Affermazione orgogliosa di noi stessi o abbandono fiducioso alla grazia? Il nostro è lo stile di Gesù, che nei suoi miracoli esprime una potenza più grande di lui, una potenza che esce da lui, ma che non è sua, come nella guarigione dell’emorroissa (Mc 25,30)
“Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.” (Ef 2,8-10)