6 Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galazia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. 7 Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; 8 così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade. 9 Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». 10 Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.
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Abbiamo potuto osservare finora come la Parola di Dio guidi la nuova comunità messianica. Ne abbiamo colto la potenza, e insieme la “pazienza” sino al compromesso nel suo difficile incontro con la storia ferita dell’umanità. E l’abbiamo colta nella sua presenza attraverso l’obbedienza dei discepoli, e anche attraverso le differenze di pensiero e di opinione tra loro. Una parola dunque immersa negli avvenimenti concreti della vicenda umana.
La caratteristica del testo di oggi è quella di mettere in evidenza che Dio stesso guida direttamente la storia della salvezza. Non è facile, e forse non è così importante, capire “come”, attraverso quali concreti interventi ed eventi, lo “Spirito Santo”(ver.6), o lo “Spirito di Gesù”(ver.7) impedisca o non permetta l’attuazione di progetti pensati da Paolo e dai suoi compagni. Ma l’intenzione del testo è certamente quella di farci vedere come appunto sia Dio direttamente a guidare gli annunciatori del Vangelo.
In questo orizzonte, è interessante la visione apparsa a Paolo nella notte, e il Macedone che lo supplica di recarsi in Macedonia ad aiutare i macedoni. Qui, con molta semplicità e determinazione, i discepoli ritengono che attraverso questa visione sia Dio stesso a chiamarli.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il segreto dell’attività pastorale di Paolo e compagni è tutto qui: nella docilità allo Spirito. Anche nel rinunciare a certi progetti, nell’accettare serenamente le sconfitte, nel cambiare destinatari dell’annuncio. Mettere insieme tutta la saggezza, tutto il buonsenso, tutta l’intelligenza con la concretezza delle situazioni; coniugare il senso di responsabilità con l’apertura all’ispirazione libera che viene da Dio, dal soffio del Suo Spirito. Questo forse è il discernimento a cui le nostre comunità sono chiamate.
Il brano di oggi mi sprona a non dimenticare che è Lui l’autore della nostra storia. Quando noi ci imbarchiamo nei nostri ragionamenti ci sembra di raggiungere la “verità” e di averla finalmente nelle nostre mani, finalmente ci sembra di aver trovato una strada chiara e così ci appropriamo dei “pennelli” ed iniaziamo a colorare la tela. Sì, perchè noi abbiamo bisogno di camminare sempre su terra piana, i piedi ben piantati a terra, sapere di avere tutto sotto controllo e se sopravviene la tempesta? Perdiamo colori e pennelli e gridiamo “aiuto”. Eh si, finalmente diventiamo “piccoli” e docili all’ascolto, finalmente il nostro Signore può parlare. L’invito è di non preoccuparci di nulla perchè lo Spirito Santo ci guida e ci “insegna ogni cosa”, noi dobbiamo camminare così come siamo, è così che ci ama noi e gli altri, è Lui che sa come e quando agire. In tal modo viene rispettato quel libero arbitrio che il Signore ci ha donato sin dalla Creazione: siamo liberi di scegliere e lo sono anche gli altri. Siamo tutti liberi di scegliere anche la via sbagliata: Lui ci suggerirà sempre qual è la “via” ma il tipo di l’ascolto è un diritto del singolo non un dovere nei confronti dell’altro. Occorre infine anche il coraggio di proseguire il “mio” cammino di comunione e collaborazione con Cristo anche se chi ho di fronte non mi segue…Lot perse la moglie per questo…ma è l’unica “via, Verità e vita” per non restare intrappolato. Mi piace pensare che ancora una volta Gesù ci dirà “non pensate alle cose di quaggiù ma rivolgete lo sguardo verso l’alto e aspettate di là il Consolatore, Lui che vi darà la passione per collaborare all’opera cominciata per te, proprio per te e che deve essere portata fino ai confini della terra. Senza questo coraggio restiamo tiepidi”