In un disegno di legge presentato dal Governo verrà sancito che la clandestinità è un reato. Alla luce di ciò non si può non comprendere e condividere l’accorato appello di Don Francesco. Non si può non pensare alle donne clandestine che aspettano un figlio e già adesso non fruiscono di una assistenza sanitaria adeguata. Quando la clandestinità sarà un reato la situazione si aggraverà, la paura spingerà queste donne a presentarsi all’ospedale all’ultimo momento e a fuggire subito dopo il parto. Per queste madri e questi bambini si prospetteranno problemi gravi di malattie e denutrizione. Non potranno essere seguiti da consultori o servizi sociali e diventeranno invisibili. La difesa della vita e della famiglia può dunque fare delle eccezioni? Lettera firmata

Cari amici, vi ringrazio per il messaggio che mi avete inviato, e che penso rifletta ambiti del vostro lavoro o del vostro impegno di solidarietà. O magari semplicemente sia frutto della vostra attenzione alla vita della gente. Con la vostra osservazione voi aprite una nuova finestra sul grande dramma che molti nostri amici stanno vivendo. E’ una situazione molto strana, perché di fatto non ci sono definizioni legislative di quello che è stato preannunciato. Ma il gran rumore che se ne è fatto ha mosso gli animi. E sono due i versanti colpiti da questa situazione. Da una parte, ovviamente, gli stranieri senza permesso che avvertono la delicatezza e la fragilità della loro situazione. E con loro, in generale, la popolazione straniera che teme l’irrazionalità di una violenza che potrebbe colpire anche chi è stabilmente inserito nella nostra società civile. Dall’altra l’affermarsi di atteggiamenti molto aggressivi tra noi italiani. Mi ha colpito il fatto che si sia notata questa aggressività anche in situazioni del tutto ordinarie, come una fila alle casse del supermercato e una anziana signora che chiede al giovane straniero che le è davanti di lasciarla passare prima, e lo fa chiamandolo “negro”. Sono dunque due, e non uno solo, i versanti della nostra popolazione esposti a subire le conseguenze di un clima inevitabilmente avvelenato.

E’ molto bello il vostro appello alla difesa della vita e della famiglia. Personalmente sono un po’ spezzato in due anch’io. Sono contento per le parole che le Guide della nostra Chiesa hanno consegnato alla coscienza della nostre comunità, parole che invitano a star vicino a chi è in più grande difficoltà, proprio come le donne di cui voi parlate. Sono rattristato per i commenti violenti e del tutto irrazionali che hanno fatto seguito alle parole miti e sagge dette da don Francesco al convegno della Caritas. Ma resto sereno. Il Signore è in mezzo a noi e ci sostiene nel nostro desiderio di comunicare ad ogni persona, con le parole e con i fatti, che siamo tutti figli di Dio e tutti fratelli tra noi. Il bene è sempre molto più del male, anche se il male ama presentarsi clamorosamente, e dunque sembra invadere tutto e tutti, mentre il bene preferisce la segretezza della carità e l’umile operosità di ciascuno. Anche dove non c’è ancora il dono della fede, l’amore trova posto, si afferma, e cresce. Buona Domenica. Giovanni della Dozza