Foto di Teresa di Lisieux (1873-1897) nel ruolo di Santa Giovanna d’Arco in una rappresentazione teatrale

Caro Giovanni, molti anni or sono ho vissuto la stessa esperienza. Attento!: guai a pregare pubblicamente per un omicida! Ma forse ad un Sacerdote sarebbe perdonato, Auguri,caro Giovanni, Velia.
[v. “Cose di questo mondo” di domenica 13-04-2017]

Cara Velia,
forse hai ragione, e qualche reazione l’ho già ricevuta. Nel nostro mondo e nello spazio bello di questa rubrica non penso si facciano favori ai “sacerdoti”! Questi giorni sono stati per me tempi di preghiera con i fratelli e le sorelle della comunità di cui faccio parte. Però il pensiero di Igor non mi ha mai abbandonato. Oggi, venerdì, ho interrotto il mio silenzioso raccoglimento e ho chiesto informazioni ad un amico prete di Ferrara. Ancora non l’hanno trovato, e lui è ancora al mondo. Ho provato a domandare se non lo si può cercare con la forza dell’amicizia, ma mi hanno detto che lui non è raggiungibile. Un regalo molto bello di questi giorni è stata la piccola lettera che mi ha consegnato una delle mie sorelle. È lei che mi scrive ricordando come anche santa Teresa di Gesù Bambino seguì con apprensione piena d’affetto le vicende di un “malfattore” dei suoi tempi, condannato a morte per i suoi delitti. Teresina prega il Signore nella certezza che Egli voglia accogliere nella Sua misericordia e nella Sua pace quello che lei chiama “il mio figlio”, dopo averlo chiamato “il mio malfattore”. Questa lettera mi ha dato consolazione e mi ha incoraggiato a tenermi in comunione con Igor attraverso la preghiera per lui. Il grande insegnamento di Papa Francesco sulla misericordia divina afferma che anche quando commettiamo un male grandissimo, dobbiamo prendere atto che l’amore misericordioso del Signore è sempre più grande di ogni nostro misfatto. Quindi, più che per lui, ormai sono preoccupato per il pensiero e il giudizio della nostra gente. Questa stessa difficoltà a trovarlo e a farla finita accumula crescente avversione nella nostra mentalità comune, tentata di generalizzare il dramma, trasformandolo nel rifiuto di chi, povero, viene da lontano. Per questo, affido quello che ti scrivo alla sapienza, alla carità, e, almeno per qualcuno, alla preghiera, dei miei cari lettori. A te un saluto e un affettuoso ringraziamento. Buona Domenica a tutti.

Giovanni della Dozza.

Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 23 Aprile 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.