SANY6556dSono a casa, malata e sola. Non è del tutto vero, perché sono con mio marito, messo male di salute e ormai come assente. Siamo anche seguiti dai servizi e dunque non posso lamentarmi. So bene che molti altri sono messi molto peggio di noi. Le scrivo questo biglietto per confermare quello che lei molte volte ci ha scritto nella rubrica della domenica: il dramma della solitudine. Molto rapidamente, in poco tempo, siamo veramente precipitati da una vita normale a questa solitudine. Siamo a Bologna come nel deserto. Non abbiamo figli e molti nostri amici sono nella nostra stessa situazione, magari un po’ meglio perché hanno un figlio.

Cara amica, la ringrazio per la sua lunga affettuosa lettera di cui ripoto un frammento per segnalare il suo problema. Condivido i suoi pensieri e la sua tristezza. Da tempo rifletto e parlo ai miei fratelli e alle mie sorelle del mio “strano” desiderio di rafforzare l’alleanza tra noi “anziani” per abituarci a vivere in maggiore comunione. Dico per scherzo, ma non tanto per scherzo, che ogni sera vedo in molte case qui intorno due piccole luci dietro la finestra, segno di due miei amici, marito e moglie, che stanno cenando: due luci qua, due luci là … E penso: un domani, prima o poi, una delle due luci si spegnerà! E quella che resta sola? E faccio una proposta scherzosa a questi amici dicendo che il lunedì si potrebbe mangiare insieme il buonissimo minestrone della Giovanna. E martedì sera quelle polpettine a casa della Marta ….e mercoledì … E sogno una ”casa per tutti” dove anche la lucina rimasta sola potrebbe mangiare il minestrone in compagnia. Mi sembra che anche chi ha figli non desideri pesare su di loro già pieni di una vita non senza problemi. Dobbiamo aiutarci tra noi! Altrimenti anche il nostro relativo, e sempre più relativo, benessere, ci ingannerebbe! A Palermo, su dieci nonni tre vivono da soli e gli altri sette con uno dei figli. A Bologna meno di un nonno su dieci vive con uno dei suoi figli, e tutti gli altri vivono da soli. Forse a Palermo anche la modesta pensione del nonno fa comodo, ma non credo sia solo così! E questi miei amici-parrocchiani vivono anche bene! Ma  quando si resta soli? Allora dedichiamo la rubrica di questa domenica alla scherzosa proposta di aiutarci a vivere più insieme! Chissà se  è solo uno scherzo! Noi monaci, quando prendiamo la nostra strada, siamo gentilmente accusati di abbandonare la famiglia. La nostra più viva esperienza oggi è la necessaria e bella presenza impegnativa accanto a noi dei nostri genitori troppo anziani e acciaccati. Noi consideriamo non solo un dovere, ma anche un grande dono poter fare qualcosa per loro e stargli vicino. La carità fa bene anche alla preghiera. Buona Domenica a lei e a tutti i nostri cari lettori.

Giovanni della Dozza.

Nota: Pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 18 Settembre 2016 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.