figliolprodigo_chagal“I nostri avversari ci accusano e accusano me in particolare di essere intolleranti e litigiosi. Dicono che rifiutiamo il dialogo con gli altri partiti. Dicono che non siamo affatto democratici perché vogliamo sfasciare tutto… Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politico… noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta. È un movimento che non può essere fermato… non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta…”.

Quando è comparso questo foglio sullo schermo del computer ho pensato di riconoscervi un linguaggio ultimamente molto presente nel dibattito politico. Poi, tuttavia, leggendo fino in fondo, ho trovato una firma che mi ha agghiacciato: (A.Hitler, Discorsi di lotta e di vittoria, 1932). Evidentemente è chiaro che non si può pensare al minimo collegamento tra una vicenda e l’altra. Però mi sembra sia doveroso vigilare e avvertire che le parole sono importanti, come è importante il linguaggio nel quale vengono espresse. Certe volte la forza delle parole esprime la forza dei fatti che le hanno generate. Altre volte parole imprudenti dette in modo imprudente possono causare conseguenze pericolose e gravemente feconde di male. E questo, talvolta, del tutto al di là di chi ha pensato di poterle usare. Da vent’anni il linguaggio della politica si è altamente volgarizzato e brutalizzato. E questo ha concorso a favorire una sottocultura gravemente lesiva della nostra società. Persino nel ventennio fascista c’erano forze più reattive alla violenza della retorica dominante, parole che, se pur sommesse e represse, hanno custodito valori e speranze che hanno potuto promuovere il nuovo volto del paese appena uscito dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Adesso tutti, a partire dalle muove generazioni, abbiamo bisogno di parole costruttive, umili e portatrici di vera speranza. In questo, tutti abbiamo grande potere e grande responsabilità. Noi anche oggi vivamente ringraziamo il Signore e la nostra Chiesa per la Parola buona che ci regalano.

Buona Domenica.

Don Giovanni.

Domenica 10 marzo 2013