14 Poiché l’amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. 15 Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. 16 Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. 17 Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
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v.15 “Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.” Dopo la morte di Gesù la vita non ha più lo stesso senso di prima. Non si vive più per noi stessi, ma per Lui, cioè nella dinamica di morte e risurrezione per i fratelli. Questa mi sembra la novità cristiana, che risponde alle attese più profonde della nostra umanità. Trovare la vita donandola per le persone amate. Questa è la verità della nostra vita, scritta nei nostri cuori, di tutti, di quelli che sono vissuti prima di Cristo, come di quelli che non lo conoscono. Noi cristiani abbiamo la consapevolezza, la bellezza, la responsabilità, la certezza della vita nuova. v.17 “Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.”
E questo privilegio non è riservato solo a chi ha conosciuto Cristo “secondo la carne”, anzi è la conoscenza secondo lo Spirito che ci fa vivere come creature nuove la nostra vita, qui, oggi.
‘Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.’.
Mi è sembrato che questo versetto possa essere visto come una sorta di Bignami della vita cristiana.
Un Dio che ci ama a tal punto da mandare Suo figlio a morire per tutti. Tutti morti con lui, spinti dal suo stesso Amore, riviviamo non più per noi stessi ma per il Signore. Non ci sono più dubbi, domande di senso, vuoto. C’è qualcuno per cui vivere. L’asse si è spostata da noi stessi al Signore e ai fratelli.
Sapere che tutte le nostre attività, pensieri, fatiche, ferite, gioie, sono offerte e finalizzate a questo ‘servizio’ rende tutto più prezioso, forse. E bello. Da oggi.
Meraviglia della nuova creazione!
“morire per…” “vivere per…” mi hanno colpito molto queste espressioni. Non “per niente” o “per stessi”.
Il primo versetto dice che tutta questa dinamica viene dall’amore del Cristo. Ho pensato alla lavanda dei piedi di Gv 13 dove Gesù, giunta la sua ora, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine… lava i piedi ai discepoli e chiede a loro di fare altrettanto!
Creature nuove, che vivono per Lui e danno la vita per gli altri.
“L’amore del Cristo ci sospinge”: l’amore che noi abbiamo per Lui o, ancor meglio, quello che Lui ha per noi! Infatti, egli è quell'”uno morto per tutti”. In conseguenza – strana conclusione, a prima vista – “tutti sono morti”. Ma il v. successivo spiega: ora tutti vivono “per colui che è morto e risorto per loro”. Questa è la nuova creazione: le cose vecchie sono passate…, ne sono nate di nuove. E – aggiunge il v. 18 che vedremo domani – “tutto questo viene da Dio”, è la sua opera, di cui l’apostolo (e tutti i credenti) sono preziosi collaboratori.
Il verbo reso in italiano con “ci spinge”, è molto interessante, anche se molto raro. Paolo lo usa solo due volte. Si tratta di una prospettiva positiva, desiderabile, necessaria, che deve compiersi, arrivare a pienezza. In Luca 12 Gesù lo attribuisce a Sè stesso nella prospettiva di un fuoco che deve essere acceso e un battesimo che Egli deve ricevere. Quindi, qui, al ver.14, è “l’amore del Cristo” che ci stringe, ci spinge e ci assedia. E’ quell’amore che ha portato il Signore a morire per tutti. Assoluta universalità del dono di Dio! Ogni uomo e donna della terra è, per me, colui o colei per cui Cristo è morto. Il punto di partenza della vita nuova è questo dono d’amore. La prospettiva è quella di una vita che non viva più per se stessa, prigioniera delle sue paure e delle sue passioni, ma una vita “per Colui che è morto e risuscitato” per noi. All’infinito amore di Dio, la vita nuova dell’umanità è la risposta senza fine dell’amore!
Tutto è diventato nuovo. La vecchia creazione e la vecchia storia erano solo immagine e profezia della vita nuova, della nuova creazione! Per questo, ora non conosciamo nessuno secondo la vecchia situazione, definita qui come “secondo la carne”(ver.16). Ora tutti e tutto conosciamo alla luce nuova, presente in noi nello Spirito Santo, della Pasqua di Gesù. Universale è la chiamata a morire e risorgere in Cristo. Per noi è bello osservare questa vita nuova presente anche in chi non condivide ancora la prospettiva della fede.
Per me questo testo è uno dei grandi vertici di tutta la Scrittura. Devo lanciare un nuovo appello per gli “amanuensi”, perchè ho bisogno che ancora molti possano “copiare Luca”. Vi prego di farvi vivi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.