26 Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. 27 Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; 28 quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, 29 perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. 30 Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione.
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Mi sembra di grande importanza che l’apostolo, dopo averci detto dello scandalo e della stoltezza della croce del Signore, ci chieda oggi di considerare la nostra umile condizione. Che noi siamo stati chiamati alla salvezza evidenzia la povertà della nostra condizione. Al ver. 26 veniamo a sapere che la Chiesa di Corinto, descritta ai ver. 4-9 così ricca di doni spirituali, è formata da gente comune e povera.
Tutto questo è meravigliosa conferma della via di Dio, che non richiede ne’ premia itinerari e conquiste di grandezza, ma al contrario sceglie “quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla” (ver. 28) per confondere i sapienti, i forti e tutte “le cose che sono”. In tal modo nessuno può “vantarsi davanti a Dio” ( ver. 29). Tale è a meravigliosa storia di Dio che in Gesù si fa il più piccolo, perché tutti i piccoli siano salvati.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Per tre volte l’autore ripete la stessa frase: Dio ha scelto quello che è stolto, quello che è debole (senza la forza per affermarsi, per difendersi…), ignobile (senza titoli di nobiltà) e disprezzato (considerato un niente, senza alcuna rilevanza e importanza)… Caratteri che si adattano perfettamente ai membri della comunità di Corinto, che dovevano essere schiavi, poveri, gente del popolo…, ma anche a noi, che non siamo certo tra “quelli che contano”, cittadini spesso senza peso e privi di “voce in capitolo”. La sintesi di tutto è nella espressione “quello che è nulla”, le cose che non sono, inconsistenti: queste Dio le ha scelte per rendere “inerti”, inefficaci le cose che per il mondo “sono”. Segue poi l’annuncio del capovolgimento: “da Lui”, per sua iniziativa e dono gratuito, noi siamo in Cristo Gesù. Ci viene restituita in lui tutta la realtà e la dignità del nostro essere, del nostro posto e compito nella vita…, e questo da ora, subito, dal momento che Gesù è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.