1 Allo stesso modo voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti, perché, anche se alcuni non credono alla Parola, vengano riguadagnati dal comportamento delle mogli senza bisogno di discorsi, 2 avendo davanti agli occhi la vostra condotta casta e rispettosa. 3 Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – 4 ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5 Così un tempo si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6 come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di lei siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.
7 Così pure voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così le vostre preghiere non troveranno ostacolo.
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Credo che questo testo sia di straordinaria importanza per molti motivi, e soprattutto per come esprime il mistero del femminile. Purtroppo, è anche molto difficile, almeno per me. Temo che oggi potrò esservi pochissimo vicino, ma sicuramente il Signore supplirà le mie carenze con la luce del suo Spirito per voi.
La sottomissione delle mogli ai loro mariti (ver.1), confermata dall’esempio di Sara (vers.5-6), deve essere considerata con molta attenzione. Io mi permetto di proporvi quello che da molti anni cerco di decifrare. Per questo sottolineo il rilievo della prima parola del nostro testo: “Allo stesso modo”. L’espressione ci collega fortemente con il precedente testo e quindi all’esempio di Gesù e alla sua assoluta mitezza di fronte alle ingiuste afflizioni che deve subire nella sua passione, mitezza che lo conduce fino alla Croce per la nostra salvezza. Salvezza di noi che siamo i suoi crocifissori! Questo è l’orizzonte in cui si collocano le Parole che oggi riceviamo dalla bontà di Dio, Parole che descrivono il mistero profondo della relazione tra le donne e i loro mariti.
I vers.1-2 si riferiscono alla vicenda di uomini che “non credono alla Parola” e che vengono “riguadagnati” non tanto dal “comportamento” come dice la versione italiana, ma piuttosto dall’atteggiamento profondo delle loro spose. Atteggiamento “senza parole”, per dire quanto è eloquente e capace di arrivare alla mente e al cuore: “vendo davanti agli occhi il vostro casto atteggiamento nel timore di Dio”. Dunque, senza parole, la potenza di queste donne viene e si manifesta per come sono e per come si esprimono.
Con un termine che solo qui in tutto il Nuovo Testamento ha questo significato, ai vers.3-4 si parla dell’ ”ornamento”, di ciò che è bello e rende bello. Qual è dunque la segreta bellezza delle donne? L’ornamento prezioso della loro peersona? Non quello “esteriore” di “capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti”, ma, alla lettera (!), il “nascosto uomo del cuore”, che viene reso in italiano con “nel profondo del vostro cuore”. A me pare di decisiva importanza tenere fermo il termine di questo “uomo nascosto del cuore”. Mi fa pensare si tratti dello stesso Signore Gesù, dello Sposo. Ritengo che l’affermazione si riferisca quindi a questo “Sposo del cuore” che rappresenta, ed è realmente, il vincolo nuziale essenziale e profondo di ogni persona, e che ha nella donna il rilievo supremo. Il suo legame con il marito è celebrazione del vincolo che la unisce allo Sposo Gesù. “Ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” e che crea nella donna “un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace”. Le donne diventano in questo modo “figlie di Sara”, cioè nella stessa condizione profonda di Sara, “se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia”.
Ora prestiamo attenzione! Al ver.7 ritorna l’espressione “allo stesso modo” che al ver.1 portava sulle donne il segno e la presenza di Gesù, cioè del Signore della Passione e della Pasqua. Ora, ai mariti viene chiesto di “coabitare secondo scienza”, cioè con profonda consapevolezza, con “il più fragile elemento femminile” rendendogli onore! Le donne infatti sono eredi insieme ai loro mariti della “grazia della vita”! Ciò è per i mariti condizione affinchè le loro preghiere, cioè la loro relazione con Dio, non siano impedite. O si assimilano e assumono la realtà profonda delle loro spose, o sono fuori dalla comunione profonda con Dio.
Spero che mi vogliate correggere.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Suscita incanto questa donna, questa sposa, da cui traspare un atteggiamento “casto e rispettoso”: atteggiamento finalizzato non alla propria gratificazione ma a quella dell’altro, e piena di attenzione, stima, rispetto per lo sposo. Dall’atteggiamento di tale donna traspare – aggiunge il v.4 – “un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace”. La stessa cosa poi si dice dei mariti: “Così pure voi…”(v.7), con in più la richiesta di “riguardo”, delicatezza e premura verso la donna, un essere più debole, sotto certi aspetti. Sembrerebbe quasi un rapporto idilliaco, idealizzato…, se non fosse per quell'”uomo nascosto del cuore” che – secondo l’indicazione di don Giovanni – ci fa pensare alla presenza di Gesù nell’intimo, a dare una nuova capacità di dono e di amore.